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Archologia: nel mare di Montalbano equipe al lavoro su relitto bizantino

25 ottobre 2017 | 12.37
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Una delle fasi della campagna di scavi proprio di fronte alla casa del Commissario Montalbano
Una delle fasi della campagna di scavi proprio di fronte alla casa del Commissario Montalbano

Archeologi al lavoro nelle acque di Punta Secca (Ragusa) a neanche 200 metri dalla casa sul mare del Commissario Montalbano, una delle location più note della serie tv tratta dai romanzi di Andrea Camilleri: a tre metri di profondità, sepolto da circa due metri di sabbia, nelle acque antistanti Kaukana, si trova un relitto di nave di epoca bizantina, a indagarlo è l’Unità di archeologia subacquea dell’Università di Udine in collaborazione con la Soprintendenza del mare della Regione Sicilia e con il sostegno dell’Institute of Nautical Archaeology di College Station, in Texas. Il 'Progetto Kaukana', come è stato denominato, unisce, in particolare, l’attività di ricerca a quella di formazione degli studenti di archeologia subacquea, ed è diretto da Massimo Capulli, docente di archeologia subacquea e navale dell’Università di Udine, e da Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare della Regione Sicilia.

Obiettivo della prima campagna, durata tre settimane e conclusa a fine settembre, è stato appunto lo scavo e lo studio del un relitto: le attività hanno consentito di analizzare l’architettura dell’imbarcazione attraverso sperimentazioni di sistemi di scavo e di rilievo subacqueo. L’indagine archeologica subacquea, con finalità anche di esercitazione didattica, ha portato alla messa in luce di una porzione di relitto di quattro metri di lunghezza e due di larghezza. Ciò ha consentito di condurre rilievi diretti, riprese per modello 3D e il prelievo di campioni per datazioni radiometriche. I dati raccolti saranno ora elaborati dal Laboratorio di archeologia delle acque del Dipartimento di Studi umanistici e del Patrimonio culturale.

Il progetto è una nuova e inedita collaborazione tra l’Ateneo friulano, che da anni conduce indagini archeologiche subacquee in Friuli Venezia Giulia, e l’unica Soprintendenza in Italia che si occupi specificatamente del mare. "L’iniziativa – spiegano Capulli e Tusa – nasce dalla sinergia di due istituzioni che dagli estremi opposti del nostro paese si impegnano a diverso titolo per la tutela e la conoscenza del patrimonio culturale sommerso". In particolare, "la Sicilia – sottolinea Capulli – rappresenta per molti versi il cuore del mar Mediterraneo e le sue acque costituiscono un luogo di straordinario interesse per fare ricerca e formare i nostri studenti". Il team che ha condotto le ricerche comprendeva anche Dario Innocenti e Lia Quarantotto (Università di Udine), Nicolò Bruno (Soprintendenza del Mare) e Maurizio Buggea (Centro subacqueo Ibleo 'Blu Diving').

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