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Biennale: varato il Padiglione Italia nel segno della memoria

26 marzo 2015 | 16.22
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"Ho chiesto a ciascun artista di realizzare un'opera nuova e insieme un archivio della memoria nel quale ognuno di loro ha svelato quello che c'è nell'arte ma che noi non vediamo, quasi il segreto dell'opera d'arte", sottolinea il curatore, Vincenzo Trione

Il curatore del Padiglione Italia alla Biennale, Vincenzo Trione
Il curatore del Padiglione Italia alla Biennale, Vincenzo Trione

Un viaggio alla scoperta dell'arte italiana nel segno del recupero della nostra memoria. Un percorso in compagnia di esponenti dell'arte povera e della transavanguardia come Jannis Kounelis, Mimmo Paladino, Nino Longobardi e, ancora, Giuseppe Caccavale, Paolo Gioli, Marzia Migliora e Luca Monterastelli. Con questi 'contenuti' è stato varato oggi, nel Salone dell'Ex Consiglio Nazionale del Mibact, il Padiglione Italia, intitolato 'Codice Italia', curato da Vincenzo Trione ed allestito dall'architetto Giovanni Francesco Frascino, per la 56esima Esposizione d'arte della Biennale di Venezia.

In tutto saranno 15 gli artisti presenti nel Padiglione: Alis/Filliol; Andrea Aquilanti; Francesco Barocco; Vanessa Beecroft; Antonio Biasiucci; Giuseppe Caccavale; Paolo Gioli; Jennis Kounellis; Nino Longobardi; Marzia Migliora; Luca Monterastelli; Mimmo Paladino; Claudio Parmiggiani; Nicola Samorì; Aldo Tambellini.

La 'creazione' del Padiglione, spiega il curatore, ha comportato "l'individuazione di un tema, che è la reinvenzione della memoria, e degli artisti, di diverse generazioni, che in Italia vi hanno lavorato con maggiore serietà, coerenza, e quasi ossessione. Ho chiesto - sottolinea Trione- a ciascun artista di realizzare un'opera nuova e insieme un archivio della memoria nel quale ognuno di loro ha svelato quello che c'è nell'arte ma che noi non vediamo, quasi il segreto dell'opera d'arte".

Il 'Padiglione Italia' alla Biennale d'Arte 2015, verrà inaugurato in occasione della vernice della 56esima Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia 2015, nei giorni 6, 7 e 8 maggio, e sarà aperto dal 9 maggio al 22 novembre. Quanto ai costi, il Mibact fornisce un contributo di 600mila euro, di cui 400mila per l'allestimento e 200mila per la gestione. Quest'anno, in vista dell'Expo, c'è stato un ulteriore contributo da parte del Mibact di 150mila euro mentre il contributo degli sponsor è pari a circa 240mila euro.

"Nel 2015 - evidenzia il ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini - l'Expo e la Biennale rappresentano una coincidenza positiva. Ciò che stiamo realizzando è fare in modo che il viaggio dei turisti che verranno a Milano sia l'inizio di un itinerario in giro per l'Italia in cui Milano sia soltanto il punto di partenza".

Franceschini, inoltre, ricorda che "una delle prime scelte che ho voluto compiere fin dall'inizio del mio mandato è stata quella di investire sull'arte contemporanea. Accanto al dovere della tutela del patrimonio c'è anche la necessità di investire sui talenti e sulla creatività. Il tema delle periferie urbane - prosegue Franceschini- dovrà essere centrale nelle scelte italiane di questo secolo".

Nelle intenzioni degli organizzatori, ad animare il Padiglione Italia ci saranno artisti di diverse generazioni che hanno proposto un'interpretazione originale del concetto di 'avanguardia', "saldando sperimentazione linguistica e dialogo con l'immenso giacimento della memoria". Alla luce di questi presupposti gli artisti sono invitati "a realizzare opere-simbolo che abbiano quasi il valore di un manifesto di poetica".

"La memoria - dice il presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta- è vista come fonte d'ispirazione. I frammenti che ci lasciamo dietro ci lasciano momenti di sconforto. Ma sono, soprattutto, riferimenti di illuminazione per il futuro. In fin dei conti, per costruire il futuro abbiamo le nostre energie ma è la memoria che ci illumina dal passato. E' un tema che avremmo voluto affrontare come Biennale perché rappresenta il collegamento tra l'arte e ciò che accade nel mondo".

"L'arte -continua Baratta- non solo non può essere avulsa da quello che accade nel mondo ma al contrario ne è uno dei momenti di massima sensibilità. Il tempo presente è un tempo di grandi progressi e di grande ansietà. Abbiamo voluto interpellare gli artisti su questi argomenti. La Biennale non è una cattedra, non è un libro, è un luogo d'incontro con coloro che sentono di tradurre in immagini le emozioni che a loro pervengono, o dal loro intimo o dall'esterno".

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