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'Netflix' divide la giuria di Cannes: botta e risposta tra Almodovar e Will Smith

17 maggio 2017 | 18.17
LETTURA: 3 minuti

(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

(AdnKronos/Cinematografo.it) - La polemica dei giorni scorsi relativa alla questione Netflix sembra non terminare più, anzi. Com’era prevedibile, la querelle riguardo alla mancata distribuzione in sala dei film portati a Cannes dal colosso Usa non poteva non caratterizzare i giorni del Festival. Che, di fatto, ancora non è iniziato (la cerimonia d’inaugurazione è tra qualche ora con il film d’apertura 'Les fantomes d’Ismael' di Arnaud Desplechin), ma ha già in qualche modo avuto i suoi 'verdetti'.

Sì, perché durante la conferenza di presentazione della giuria, terminata poco fa, il presidente Pedro Almodovar non ha utilizzato mezzi termini: "Ritengo paradossale dover assegnare la Palma d’Oro, o qualsiasi altro premio, ad un film che poi non potrà essere visto nelle sale", ha detto il regista spagnolo.

Una dichiarazione bomba, che sicuramente farà scendere più di qualche gradino (per usare un eufemismo) le quotazioni dei due film in gara targati proprio Netflix, ovvero 'The Meyerowitz Stories' di Noah Baumbach e 'Okja' di Bong Joon-Ho.

Chissà però se in loro 'soccorso' basteranno le parole dell’altro giurato, Will Smith, diametralmente opposte a quelle del presidente: “Ho tre figli, che hanno dai 16 ai 24 anni, e vanno almeno due volte alla settimana al cinema. Allo stesso tempo, in casa abbiamo Netflix, strumento che da quando è arrivato non ci ha tolto nulla ma che, al contrario, ci ha portato solo benefici, di fatto ampliando per i miei ragazzi la comprensione cinematografica a 360 gradi, visto che ormai la linea di demarcazione tra la sala e la proposta Netflix si è di fatto azzerata".

La bagarre è appena iniziata, dunque. Chissà che, al più presto, non arrivi una nuova 'nota' dall’organizzazione del Festival per cercare di stemperare la questione. Non foss’altro, per provare a garantire ai 18 film in concorso di partire tutti con le stesse possibilità. Senza pregiudizi ideologici di sorta che, crediamo, con la qualità artistica di un’opera dovrebbero avere poco a che fare.

Per la cronaca, il resto della giuria è composta da Agnes Jaoui ("Dobbiamo capire che il mondo va avanti, non possiamo fermare la tecnologia, semmai rivedere i criteri e le tempistiche con cui i film vanno prima in sala e poi in tv"), Jessica Chastain, Paolo Sorrentino (che sulla questione Netflix non si è espresso), Maren Ade, Park Chan-wook, Fan Bingbing e Gabriel Yared.

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