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Niccolò Ciatti, ceceno condannato per omicidio volontario

03 giugno 2022 | 18.33
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Il tribunale spagnolo ha assolto, invece, un altro connazionale. Nei prossimi giorni i giudici decideranno l'entità della pena, compresa tra i 15 e i 25 anni

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Con quel calcio sferrato sulla testa di Niccolò Ciatti l'imputato voleva uccidere. Con questa motivazione il Tribunale provinciale di Girona, in Spagna, ha condannato per omicidio volontario aggravato Rassoul Bissoultanov, il 29enne cittadino ceceno accusato della morte del 21enne di Scandicci (Firenze) che venne pestato senza alcun motivo la notte tra l'11 e il 12 agosto 2017 in una discoteca di Lloret de Mar, nota località della Costa Brava, dove si trova in vacanza con alcuni amici. Il verdetto è stato emesso dalla giuria popolare oggi pomeriggio al termine di una lunga Camera di Consiglio. L'entità della pena sarà stabilita la prossima settimana dai giudici togati e sarà compresa tra i 15 e i 25 anni di reclusione, secondo quanto stabilisce il codice penale spagnolo. Alla lettura della sentenza erano presenti i familiari di Niccolò, con il padre Luigi e la madre Cinzia, assistiti dal loro avvocato Agnese Usai.

Nei confronti di Bissoultanov il procuratore spagnolo Victor Pillado ha chiesto 24 anni di carcere e 9 anni di libertà vigilata. "Dobbiamo giustizia alla famiglia Ciatti - ha detto nella requisitoria il pm Pillado -, dobbiamo una condanna giusta e responsabile". In attesa della definizione della pena, il condannato ha l'obbligo di firma settimanale presso la polizia. Imputato nello stesso processo anche il ceceno Movsar Magomadov, 27 anni, che per la procura non avrebbe avuto responsabilità nell'omicidio, mentre i legali della famiglia Ciatti lo ritengono altrettanto colpevole. La giuria popolare ha assolto Magomadov da ogni accusa.

"Non pensavo che con un calcio alla testa potessi ucciderlo", ha tentato di difendersi in aula Bissoultanov. La difesa del ceceno ha sostenuto che si sarebbe trattato di omicidio preterintenzionale, reato punibile con un massimo di quattro anni di carcere. Nel corso delle udienze di questa settima davanti al tribunale spagnolo la giuria popolare ha ascoltato i tecnici della polizia che hanno evidenziato come il calcio letale alla testa per il giovane di Scandicci è stato assestato in modo definito professionale da una persona conoscitrice di tecniche di lotta, e non in modo casuale. Sono stati sentiti dai giudici anche gli amici presenti durante la vacanza a Lloret de Mar e gli stessi familiari.

Secondo quanto ricostruito durante le indagini, Bissolultanov, esperto di arti marziali, in particolare del tipo di lotta chiamata Mma, la notte tra l'11 e il 12 agosto 2017, sulla pista da ballo della discoteca 'St Trop' insieme a due connazionali, improvvisamente prese di mira Niccolò Ciatti, che stava trascorrendo con i suoi amici l'ultima serata della vacanza in Costa Brava. Così iniziò il pestaggio mortale. Bissoultanov, poco più grande di Niccolò, sferrò un violentissimo calcio alla testa del ragazzo di Scandicci, che non si rialzò più. Morì in ospedale alcune ore dopo. Anche Magomadov avrebbe preso parte al pestaggio, e alcuni video girati dai presenti in discoteca e le testimonianze degli amici di Niccolò lo confermerebbero.

Lo scorso 20 maggio la Cassazione ha annullato la scarcerazione di Bissoultanov, estradato dalla Germania in Italia e scarcerato il 22 dicembre 2021 dai giudici della Corte d'Assise di Roma. Il ceceno nel frattempo era tornato in Spagna dove per lo stesso caso era già stato aperto un processo, che oggi si è concluso con la condanna.Ma si farà anche in Italia il processo per l'omicidio di Ciatti: nello scorso marzo lo hanno deciso i giudici della III Corte d'Assise di Roma respingendo l'istanza della difesa del ceceno Rassoul Bissoultanov. Il dibattimento a Roma si aprirà il prossimo mercoledì 8 giugno."Non siamo soddisfatti, non abbiamo assolutamente gioito. Abbiamo avuto semplicemente il verdetto, un passo giusto verso quella giustizia che Niccolò dovrà ottenere. Sinceramente, avevamo timore che venisse riconosciuto l'omicidio colposo con una massima pena di 4 anni", ha detto all'Adnkronos Luigi Ciatti. "Chi commette questi atti così violenti è giusto che paghi - ha aggiunto il padre di Niccolò -, è giusto che si sappia che chi fa una cosa del genere finisce in carcere. A noi importa che Bissoultanov sia stato riconosciuto colpevole, dispiace invece che non sia stata riconosciuta la complicità di Movsar Magomadov. Andiamo comunque avanti sulla ricerca totale di giustizia, tanto ci sarà un ricorso".Da parte sua l'avvocato Agnese Usai, legale della famiglia Ciatti ha dichiarato all'Adnkronos: "Siamo soddisfatti per il riconoscimento dell'omicidio doloso. Non era scontato, anche se l'istruttoria dibattimentale è stata limpida, in questo senso. Colpire un ragazzo, già atterrato e annientato nella forza, è stato vigliacco. Per questo la giuria ha riconosciuto l'omicidio aggravato. Spero che, in qualche misura, la condanna dell'assassino, dia un po' di consolazione a questa bellissima famiglia, che abbiamo l'onore di difendere. Per l'altro imputato Magomedov, i periti avevano concluso per la collaborazione con Bissoultanov, in linea con la nostra tesi. Ma la dimostrazione dell'elemento soggettivo, cioè che sapesse che Bissultanov volesse uccidere era una probatio diabolica", ha aggiunto l'avvocato Usai.Tra le reazioni alla sentenza, quella dei sindaci di Firenze, Dario Nardella e di Scandicci, Sandro Fallani."Non possiamo gioire di questa condanna ma certamente la sentenza spagnola ci ridona un po’ di quella fiducia nella giustizia che avevamo perso - ha detto Nardella -. Abbraccio i familiari di Niccolò che hanno sempre dimostrato in questi anni estrema compostezza e dignità. Nessun tribunale potrà restituire loro il figlio ma adesso, dopo quasi cinque anni, sarà meno duro affrontare il futuro".Fallani ha affermato: "Ci son voluti quasi 5 anni per scrivere su un foglio di carta che la morte di Niccolò fu omicidio volontario, cosa che era evidente al mondo intero da subito. Pochi minuti fa la giustizia spagnola ha emesso il verdetto, aspettiamo l'entità della condanna che potrebbe variare fra i 15 e 24 anni. Mi sono sentito con la famiglia da pochissimo, rimane l'amarezza per l'assoluzione del secondo imputato. Noi come città e come comunità ci stringiamo attorno a Luigi, Cinzia e Sara".

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