“La mancanza di un accordo-quadro sul modello contrattuale riconosciuto pienamente dalle parti che lo avevano sottoscritto o di un nuovo accordo e la contemporanea assenza di regole cogenti erga omnes sulla rappresentanza sindacale può costituire un serio ostacolo all’apertura dei negoziati”. Ad affermarlo il segretario generale della Confsal, Marco Paolo Nigi, nella sua relazione al Consiglio generale del sindacato autonomo.
“La Confsal, nel condividere il principio della centralità del contratto nazionale e il mantenimento dei due livelli contrattuali, ritiene che sia indispensabile un serio confronto su tempi e modalità dell’applicazione del Jobs act e sugli altri punti delle linee-guida confindustriali”, sottolinea Nigi.
“Intanto, la Confsal sostiene l’urgenza di rinnovare i contratti - dice - secondo il modello vigente in funzione della crescita economica e per l’affermazione dell’equità retributiva. Nel contempo, noi riteniamo che si debba tenere aperto parallelamente un franco confronto finalizzato alla stesura di un accordo-quadro per l’introduzione di un nuovo modello contrattuale comprendente istituti innovativi e raccordati con la recente legislazione sul lavoro”.
Per la Confsal, il governo dovrebbe, intanto, spiega Nigi, “intervenire per via legislativa con un disegno di legge per regolare la rappresentatività e la rappresentanza delle parti sociali, finalmente affermando la democrazia economica e concretizzando il pluralismo sindacale e datoriale”.
Inoltre, aggiunge, dovrebbe “non esercitare la delega prevista dal Jobs act sul salario minimo per consentire alle parti sociali rappresentative di raggiungere in merito un accordo complessivo in tempi ragionevoli”.
E, infine, dovrebbe “ripristinare le relazioni sindacali con le organizzazioni rappresentative, aprendo tavoli di confronto sulle problematiche del lavoro, del welfare, della previdenza e del fisco”, conclude il segretario generale.