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Estate: no a 'sole selvaggio', fra rischi anche cheratosi attinica

08 luglio 2014 | 15.51
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Estate: no a 'sole selvaggio', fra rischi anche cheratosi attinica

(Adnkronos Salute) - No al 'sole selvaggio'. L’estate entra nel vivo e, come ogni anno, i dermatologi rinnovano l’invito a proteggere la pelle. Con un'esposizione eccessiva, non si rischia solo il melanoma, ma bisogna stare attenti anche a patologie meno conosciute come la cheratosi attinica, una lesione tumorale della pelle che colpisce milioni di persone in Italia e nel mondo. Secondo alcune stime, circa il 60% della popolazione generale sopra i 40 anni di età e con una storia di prolungata, e non protetta, esposizione al sole, ha sviluppato almeno una lesione da cheratosi attinica, e la prevalenza è in costante aumento. In Italia ne soffre circa l’1,4% degli 'over 45', il 3% dopo i 74 anni.

A maggiori rischio cheratosi attinica sono velisti e agricoltori, tennisti e sciatori, marinai e muratori, ma anche chi semplicemente passa molto tempo al sole. L’età - sottolineano gli esperti - è un fattore di rischio importante: dopo i 50-60 anni i casi aumentano progressivamente. La probabilità di ammalarsi è più alta per chi ha la pelle più chiara e tende più spesso a scottarsi. Con l’estate, però, un po' tutti sono sotto il tiro dei raggi Uv, il cui effetto, cumulandosi negli anni, può causare queste lesioni della pelle che, se trascurate, possono evolvere in un carcinoma squamocellulare invasivo, il più frequente tumore della pelle a parte il melanoma.

"La cheratosi attinica - spiega Giovanni Pellacani, professore di Dermatologia e direttore della Clinica dermatologica all'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia - si può considerare una forma di carcinoma allo stadio iniziale, caratterizzata da lesioni che possono evolvere in carcinoma squamoso invasivo. E' fondamentale in questo caso una diagnosi precoce e un trattamento adeguato di tutte le lesioni".

Le cheratosi attiniche non vanno, dunque, sottovalutate. Sette le regole da tenere presenti, non solo d’estate, per una diagnosi tempestiva. Innanzitutto, e questo vale per tutte le patologie cutanee, si deve tenere sempre d’occhio la pelle, specie se ci si espone, o ci si è esposti, con frequenza al sole.

E ancora, non trascurare nessuna variazione della cute e osservare con attenzione ogni lesione sospetta. Il modo più efficace per farlo è l’autoesame da eseguire con l’ausilio di uno specchio e di una buona illuminazione: volto, cuoio capelluto, collo, torace, mani e avambracci, gambe sono le zone più coinvolte, da osservare con attenzione. Le macchie che possono rappresentare un campanello di allarme per la cheratosi attinica sono quelle che appaiono rugose al tatto, quelle squamose o con crosta, quelle di colore rosa, rosso o marrone. È fondamentale rivolgersi al dermatologo in caso di lesioni sospette.

La diagnosi tempestiva, spiega Pellacani, permette l'avvio di un’adeguata terapia che oggi può avvalersi di diverse opzioni: la strategia ottimale consiste nel curare non solo la lesione, ma anche la cute fotodanneggiata circostante, il cosiddetto campo di cancerizzazione, per prevenire la comparsa di nuove lesioni sulla stessa area o la recidiva di quelle già trattate.

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