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No lockdown per avere immunità di gregge, appello di scienziati

09 ottobre 2020 | 14.31
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La proposta contenuta nella 'Great Barrington Declaration' è quella di lasciare vivere normalmente i giovani e le persone più sane isolando solo i soggetti fragili

(Afp)
(Afp)

"In qualità di epidemiologi delle malattie infettive e di scienziati della salute pubblica, siamo molto preoccupati per gli effetti dannosi sulla salute fisica e mentale causati dalle politiche adottate dai Governi in materia di COVID-19, e raccomandiamo un approccio che chiamiamo 'Protezione Focalizzata' (Focused Protection)". Inizia così la Great Barrington Declaration, la petizione che un gruppo di scienziati ha lanciato per chiedere alle autorità di rinunciare al lockdown e far sì che la popolazione sviluppi l'immunità di gregge contro il coronavirus.

Secondo quanto si legge nel documento, che ha già ottenuto l’adesione di oltre 170mila persone tra medici, scienziati e persone non appartenenti al settore sanitario, "le attuali politiche di blocco stanno producendo effetti devastanti sulla salute pubblica, a breve e lungo periodo. I risultati (solo per citarne alcuni) includono tassi di vaccinazione infantile più bassi, peggioramento degli esiti delle malattie cardiovascolari, meno screening per il cancro e deterioramento della salute mentale – con la conseguenza che questo porterà negli anni a venire a un aumento della mortalità, con la classe operaia e i membri più giovani della società che ne soffriranno il peso maggiore".

Per gli scienziati, dunque, "a coloro che non sono vulnerabili dovrebbe essere immediatamente consentito di riprendere la vita normalmente”. “Mantenere in vigore il lockdown fino a quando non sarà disponibile un vaccino causerà danni irreparabili, con danni sproporzionati ai meno privilegiati”, si legge.

Quindi, partendo dalla consapevolezza che l’incidenza della mortalità da Covid-19 è più di mille volte superiore negli anziani e nei malati rispetto ai giovani, la soluzione proposta è quella della 'protezione Focalizzata': “L’approccio più umano, che bilancia i rischi e i benefici nel raggiungimento dell’immunità di gregge, è quello di permettere a coloro che sono a minimo rischio di morte di vivere normalmente la loro vita per costruire l’immunità al virus attraverso l’infezione naturale, proteggendo al meglio coloro che sono a più alto rischio”. "Con l’aumento dell’immunità nella popolazione - sostengono- il rischio di infezione per tutti, compresi i più vulnerabili, diminuisce. Il nostro obiettivo dovrebbe quindi essere quello di ridurre al minimo la mortalità e i danni sociali fino a raggiungere l’immunità di gregge".

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