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No vax, minacce sul web a Draghi: 4 indagati

30 settembre 2021 | 11.52
LETTURA: 1 minuti

Presi di mira dai 'negazionisti' del Covid anche Mattarella e Speranza dopo le misure anti pandemia varate dal governo

Afp
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Minacce sul web dai no vax al premier Mario Draghi dopo le misure anti covid adottate dal governo. Quattro persone sono indagate a vario titolo e a seconda delle posizioni per minacce aggravate, vilipendio della Repubblica e delle istituzioni, e offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica. Tre di loro sono state perquisite oggi dalla Digos della Questura di Roma e dalla Polizia Postale nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Roma sugli insulti e minacce online, nei confronti del presidente del Consiglio, del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del ministro della Salute, Roberto Speranza in relazione alle misure introdotte per contrastare il diffondersi del Covid-19.

Le perquisizioni hanno riguardato 3 persone residenti a Roma, Pomezia e Milano, di età comprese fra i 40 e i 60 anni. I contenuti dei profili social analizzati avevano in prevalenza carattere negazionista e No vax. Secondo quanto emerso gli indagati oltre a rilanciare fake news attraverso pseudonimi, creavano profili social attraverso cui facevano partire le minacce.

Dalle prime ore della mattina, gli agenti hanno effettuato quattro perquisizioni personali, locali e informatiche, delegate dalla procura della Repubblica di Roma a carico di altrettante persone residenti in varie località del territorio nazionale che hanno avuto un ruolo significativo nella campagna d’odio, veicolata sul web anche attraverso insulti e minacce, nei confronti del Presidente del Consiglio, soprattutto a seguito delle misure adottate per il contenimento della pandemia.

FALSI PROFILI INTESTATI AL PREMIER

Nell'ambito delle indagini, è emersa l’esistenza di 'falsi profili' intestati proprio al Premier. Sono inoltre state individuate alcune pagine web che fanno esplicito riferimento al presidente del Consiglio e al suo operato istituzionale dove compaiono espressioni offensive e minatorie.

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