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Nobel, a Mosca in corso udienza per sequestro beni Memorial

07 ottobre 2022 | 14.31
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L'annuncio raggiunge gli attivisti dell'organizzazione al Tribunale Tverskoi

Foto dal profilo Twitter di  Memorial Mosca
Foto dal profilo Twitter di Memorial Mosca

Il direttore della Biblioteca di Memorial Boris Belenkin questa mattina era in aula al tribunale Tverskoi di Mosca, dove è in discussione l'ordine del sequestro dei beni dell'organizzazione da parte delle autorità russe, spiegano all'Adnkronos fonti dell'organizzazione. Per questo, non ha ancora appreso la notizia del Premio Nobel per la pace assegnato quest'anno anche all'organizzazione fondata, fra gli altri, da Andrei Sakharov nel 1987.

Memorial nei giorni scorsi aveva denunciato il tentativo di sequestrare gli uffici della Karetny Ryad di Mosca, spazi regolarmente acquistati nel 2005. Dopo la chiusura imposta dalle autorità, per violazioni della legge sugli agenti stranieri, l'organizzazione aveva donato il suo quartier generale al Centro di informazione e ricerca Memorial, in modo da poter continuare ad "aiutare la gente a raccogliere informazioni significative sulle vittime delle persecuzioni del terrore di stato".

Lo scorso 12 settembre Belenkin e la direttrice dell'organizzazione, Elena Zhemkova - i due diretti interessati dalla donazione- erano stati convocati in tribunale per il caso relativo al "riconoscimento come non valido di transazioni, attuazione delle conseguenze di tale invalidità e conversione della proprietà e recupero dei fondi da parte del fisco russo". Due giorni dopo i conti correnti di Belenkin e Zhemkova sono stati congelati.

Insieme agli uffici viene sequestrato anche il contenuto degli spazi: vale a dire l'archivio raccolto da Memorial sulle vittime delle persecuzioni, il museo e la biblioteca. Frutto di più di trent'anni di lavoro di migliaia di volontari e dei familiari delle vittime delle repressioni, l'archivio è nato insieme all'organizzazione alla fine degli anni Ottanta, mano a mano che le persone inviavano spontaneamente materiale, fotografie e memorie autografe, racconti in prima persona, o di familiari e amici detenuti nel gulag o comunque colpiti dal terrore e dalle altre ondate di repressione. Prima dell'inizio della guerra, gli attivisti avevano lavorato per scannerizzare i documenti.

Nonostante il Premio Nobel, la situazione dell'organizzazione è questa, denunciano gli attivisti, ricordando quello che è accaduto a Novaya Gazeta dopo il Premio assegnato dal Comitato per il Nobel novervese.

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