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Nobel Allison: "In Italia picchi di eccellenza"

16 ottobre 2019 | 16.43
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L'americano vincitore del Premio per la Medicina nel 2018: "Ci sono talenti straordinari"

Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Il sistema della ricerca in Italia, per quello che so, è abbastanza buono. Ci sono dei picchi di eccellenza, specie in alcune aree". Questo basterà a far sì che il nostro Paese torni a vincere un Nobel? "Ci sono tanti scienziati che lo meriterebbero, ma non mi azzardo a fare previsioni". Così James P. Allison, vincitore del Premio Nobel per la Medicina nel 2018 grazie ai suoi studi sull'immunoterapia contro il cancro, risponde ai giornalisti oggi a Milano, a margine del convegno internazionale 'The healthcare to come' sulla medicina di precisione, promosso da Fondazione Silvio Tronchetti Provera e Fondazione Umberto Veronesi in collaborazione con l'università Statale del capoluogo lombardo, sede dei lavori.

In Italia "si parla spesso del problema dei fondi per la ricerca e ci si lamenta" perché sono troppo pochi, osserva l'americano che l'anno scorso ha diviso il Nobel con il giapponese Tasuku Honjo. "Ma mi lamento anch'io per i fondi negli Usa", aggiunge con un sorriso.

Crede nella possibilità di un futuro Nobel per l'Italia anche Pier Giuseppe Pelicci, direttore Ricerca e chairman del Dipartimento di oncologia sperimentale dell'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, membro del Comitato scientifico della Fondazione Veronesi: "Arriverà, perché no? Abbiamo i talenti giusti e l'entusiasmo giusto", dichiara all'AdnKronos Salute a margine dell'evento.

Alla richiesta di un commento sulla Relazione presentata ieri dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) - che fra le altre cose certifica nel nostro Paese un trend in aumento del rapporto spesa in ricerca/prodotto interno lordo (Pil), passato dall'1% all'1,4% e tuttavia ancora inferiore alla media Ue del 2% - lo scienziato si dice "contento dello 0,4% in più, ma molto dispiaciuto dello 0,6% in meno. In Italia abbiamo un problema - ammette - che non riguarda solo l'entità dell'investimento, ancora troppo basso, ma che è soprattutto strutturale: non c'è ancora un sistema disegnato per avere come unico scopo quello di generare ricerca e conoscenza". Dalla politica Pelicci auspica quindi "attenzione e impegno a creare un 'sistema scienza'". E se questo è l'obiettivo dell'Agenzia nazionale per la ricerca annunciata dal premier Giuseppe Conte, "allora ben venga".

"L'Italia ha dei talenti straordinari", concorda Marco Tronchetti Provera, presidente della Fondazione Silvio Tronchetti Provera. E mentre i finanziamenti pubblici al settore non sono ancora sufficienti, "il privato può supportarlo come facciamo noi: attraverso sovvenzioni ai giovani, ma soprattutto focalizzando l'attenzione sul tema. Come oggi, mettendo insieme persone di grande qualità e professori di tutto il mondo. Unendo le forze per la ricerca scientifica".

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