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Nomine Rai al rush finale

15 ottobre 2018 | 12.57
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Nomine Rai al rush finale. Questa settimana, con ogni probabilità, sarà quella decisiva per scegliere i direttori di Reti e testate: l'obiettivo è chiudere la partita entro e non oltre giovedì. Mentre vanno avanti gli incontri delle parti politiche, a viale Mazzini si continua a lavorare al sudoku dei nomi. Una partita nella quale entra in maniera diretta il presidente della Rai Marcello Foa, che, nei giorni scorsi, parallelamente all'ad Fabrizio Salini e in modo del tutto irrituale rispetto al passato, a quanto apprende l'Adnkronos ha vagliato i candidati alle direzioni.

Si conferma - viene precisato da autorevoli fonti - la soluzione degli interni alla Rai per coprire i ruoli dirigenziali di testate e reti. Salta, dunque, anche il nome di Andrea Bonini, l'anchorman di SkyTg24 dato inizialmente in corsa per il Tg1 e poi per Rainews. Decisivo, sulla linea degli interni per le direzioni, il ruolo di Salini, che si è imposto affinché prevalesse questa direzione: obiettivo evitare contenziosi con la Corte dei Conti ma anche favorire le risorse interne a viale Mazzini, che conta ben 1.600 giornalisti all'attivo.

Sul fronte politico, forte è l'irritazione del M5S per alcune dichiarazioni di Matteo Salvini sulla Rai rilasciate sulle pagine del Messaggero. La volontà dei grillini, stando alle dichiarazioni, è svincolare la Rai dalle pressioni politiche. Per questo, viene spiegato benché i nomi restino coperti, sulle indicazioni dei 5 Stelle sarebbe prevalsa la linea Di Maio, con candidati lontani dalle 'correnti' del Movimento.

"Noi non siamo degli epuratori. Anzi per me in Rai qualcuno di quelli nominati da Renzi potrà anche restare" ha detto Salvini al Messaggero, sottolineando che l'obiettivo concordato con Di Maio è quello di "valorizzare le risorse interne e non lottizzare". "Occorre valorizzare non sempre gli stessi - ha sottolineato - ma anche altri e valorizzare non significa chiedere obbedienza politica ma augurarsi un po' più di equilibrio dal servizio pubblico. Lo pagano tutti e tutti hanno il diritto di avere una televisione che non faccia gli interessi di alcuni contro altri. Va cambiato e rinfrescato il racconto del Paese, senza strappi, senza faziosità".

"Tutti i tiggi anche quelli Mediaset non fanno che attaccarci. E non è giusto nel caso della televisione pubblica, per chi paga il canone e che vorrebbe magari un racconto più completo. Spero - ha concluso - di avere la fortuna che ho avuto finora, di non dovere telefonare mai a un direttore di telegiornale, anche se negli ultimi mesi questa tentazione mi è venuta vedendo come ci trattano".

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