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Anniversari

'Non è la Rai', venticinque anni fa la prima puntata del programma cult

09 settembre 2016 | 12.49
LETTURA: 3 minuti

(Youtube /ENZO OZNE)
(Youtube /ENZO OZNE)

Ambra Angiolini, Claudia Gerini, Sabrina Impacciatore, Lucia Ocone, Romina Mondello, Nicole Grimaudo. E ancora, Veronika Logan, Laura Freddi, Miriana Trevisan, Alessia Mancini, Antonella Mosetti, Antonella Elia, Pamela Petrarolo . Sono loro - insieme a tantissime altre - le ragazze di 'Non è la Rai', volti e voci del programma cult delle reti Mediaset trasmesso per la prima volta ben 25 anni fa, esattamente il 9 settembre 1991.

Nata dalla mente di Gianni Boncompagni e Irene Ghergo, diretta dallo stesso Boncompagni, la trasmissione ben presto diventata vero e proprio fenomeno di costume fra adolescenti e pre adolescenti degli anni '90 era trasmessa in diretta dallo Studio 1 del Centro Safa Palatino di Roma, primo fra i programmi di intrattenimento dell'universo Fininvest ad essere lanciato in diretta. Contenitore di canzoni, balletti, giochi telefonici - su tutti il mitico Cruciverbone -, la trasmissione ha visto come conduttrice nella sua prima edizione Enrica Bonaccorti, seguita da Paolo Bonolis nella seconda stagione (passando da Canale 5 a Italia1) e da Ambra Angiolini nelle ultime due.

Croce e delizia degli spettatori italiani, 'Non è la Rai' è stata oggetto di culto ma anche di feroci critiche, con l'accusa agli autori di strumentalizzare il corpo di ragazze poco più che adolescenti e di proporre modelli di comportamento non propriamente adeguati al target di riferimento, fatto sostanzialmente di ragazzini minorenni e ancora in età scolare. Un'accusa sempre respinta da Boncompagni, che rispondendo alle accuse di 'lolitismo' mosse da 'Famiglia Cristiana' difese a spada tratta il suo lavoro e quello dei suoi collaboratori: "Faccio un programma privo di contenuti, non voglio lanciare nessun messaggio. Dicono che propongo 'un insopportabile clima da gita scolastica in torpedone'. E allora? Cosa c'è di male? Sono d'accordo, solo che toglierei il termine insopportabile. E poi abolirei la parola volgare, perché io pretendo da tutti i miei collaboratori delle inquadrature castissime".

Chiusa nel 1995 a causa del forte calo d'ascolti, la breve stagione di 'Non è la Rai' rimane comunque simbolo della tv italiana dei primi anni Novanta, esperimento senza precedenti - come nel caso della conduzione affidata a giovani fino a quel momento sconosciute -, trampolino di lancio per alcuni volti oggi affermati e scelti allora fra centinaia che in 5 anni hanno calcato il palco dello Studio 1, oltre che ineguagliabile fenomeno di costume e di marketing, campione nel commercializzare dischi e gadget legati alla trasmissione.

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