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'Non lasciare all'asma la prima mossa', campagna Gsk

12 aprile 2022 | 19.15
LETTURA: 3 minuti

'Non lasciare all'asma la prima mossa', campagna Gsk

'Act don’t react'. O più semplicemente 'non rimandare a domani quello che puoi fare oggi'. Una raccomandazione che in questo caso riguarda una patologia, quale l'asma. E' che è il claim della campagna di 'disease awareness' promossa da Gsk, rivolta a tutti, indipendentemente dall’età (http://actdontreact.gsk.com/it-it/), e raccontata anche sui social dell'azienda farmaceutica. Semplice, diretta, soprattutto scevra da moniti e da sensi di colpa, la campagna, nel video d’apertura, va dritto al punto: "Non lasciare che i sintomi dell’asma rovinino il tuo momento speciale". Per questo è importante agire subito e non aspettare che sia l’asma a fare la prima mossa.

“Quello che i pazienti non vogliono accettare - spiega in una nota Oliviero Rossi, della Sod di Immunoallergologia Azienda ospedaliero universitaria Careggi di Firenze - è che l’asma è una malattia cronica e va curata sempre, non solo al bisogno. Non è una vergogna avere l’asma e soprattutto non è un impedimento alla propria vita. Molti sportivi di altissimo livello ne soffrono, diversi sono diventati campioni olimpici". Le rilevazioni più recenti ci dicono che sono circa 3 milioni gli italiani - dal 5 al 7% della popolazione - ad avere una diagnosi di asma bronchiale in forma più o meno grave. L’aderenza alla terapia prescritta lascia però alquanto a desiderare. I dati ci dicono che le cure non vengono seguite regolarmente dai pazienti. C’è una tendenza a dimenticarsi di assumere la terapia quando non sono presenti sintomi: in 6 su 10 tra i teenager e 1 adulto su 2.

“Sì, i numeri sono impietosi – prosegue Rossi - La mancata aderenza è forse da ricercarsi nel carattere transitorio dei sintomi, che induce il paziente a disattendere le prescrizioni. Non sapendo che il mancato controllo farmacologico delle forme definite persistenti può portare a un aggravamento della patologia, che si manifesta con attacchi più gravi e difficili da gestire, con conseguenze sullo stato generale di salute e sulla qualità di vita. Si va dalla dispnea, ovvero dalla difficoltà respiratoria, che può giungere fino alla sensazione di “fame d’aria”, alla tosse e ai “sibili” lungo le vie respiratorie, che sono conseguenti ai restringimenti al passaggio dell’aria causati dall’infiammazione. Particolare attenzione va prestata alla tosse, che nell’asma è quasi sempre secca e senza produzione di muco e può rappresentare il primo segnale d’allarme”.

L’asma è dunque una malattia cronica e ha bisogno di un trattamento di fondo. “Siamo di fronte a infiammazione e broncocostrizione – dice Rossi - e i farmaci raccomandati sono fondamentalmente gli antinfiammatori (cortisonici) e i broncodilatatori, cui possono essere associati, a seconda della gravità, altri farmaci come gli antileucotrienici. E’ fondamentale comunque distinguere i diversi tipi di asma, capire grazie a test innovativi quali differenti proteine infiammatorie sono responsabili della malattia e di conseguenza quale terapia mirata deve essere somministrata per ogni singolo paziente".

"L’asma - prosegue lo specialista - è un target della medicina personalizzata da quando abbiamo la possibilità di selezionare i pazienti utilizzando i biomarcatori. Grazie ai biomarcatori possiamo identificare il meccanismo che provoca la malattia in un determinato paziente. Con una diagnosi precisa, la medicina personalizzata può garantire diversi vantaggi: la scelta della terapia più efficace e dell’inalatore più appropriato per ogni paziente”.

La campagna - conclude la nota di Gsk - ha l’obiettivo di dare una scossa e invitare i pazienti a riflettere su come, anche per l’asma, il futuro è nelle loro mani. Fare la prima mossa per dare scacco alla malattia.

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