"Ho sognato i Beatles la notte scorsa. Mi sono svegliato con 'Rocky Raccoon' nella testa e lo sguardo preoccupato di mia moglie. Mi ha detto che il mio amico era appena morto". Così scriveva il 18 maggio scorso Chester Bennington, frontman dei Linkin Park trovato morto ieri nella sua casa di Los Angeles, in una lettera aperta dedicata all'amico e musicista Chris Cornell. "Pensieri su di te mi hanno invaso il cervello e ho pianto. Sto ancora piangendo, triste e grato per aver condiviso alcuni momenti molto speciali con te e la tua bella famiglia", scriveva Bennington, rivolgendosi al cantante di Soundgarden e Audioslave suicidatosi nel maggio scorso. Nessuno avrebbe mai pensato che pochi mesi dopo il leader dei Linkin Park avrebbe compiuto lo stesso drammatico gesto.
"Mi hai ispirato in modi che nemmeno puoi immaginare", spiegava addolorato, "il tuo talento era puro e senza rivali. La tua voce era gioia e dolore, rabbia e perdono, amore e crepacuore, tutto insieme. Suppongo che è quello che siamo tutti. E tu mi hai aiutato a capirlo". "Ho guardato un video di te che cantavi 'A day in the life' dei Beatles e mi è tornato in mente il mio sogno", raccontava Bennington, "mi piace pensare che eri tu che mi stavi dicendo addio a modo tuo". "Non posso immaginare un mondo senza di te", scriveva infine addolorato, "prego affinché tu possa trovare pace nella prossima vita. Mando il mio affetto a tua moglie e ai tuoi figli, amici e famiglia. Grazie per avermi permesso di essere parte della tua vita". Bennington aveva cantato un'emozionante versione di Hallelujah di Leonard Cohen al funerale del collega e ora qualcuno fa notare, forse per una strana coincidenza, che si è ucciso proprio il 20 luglio, giorno del 53esimo compleanno del suo amico.
With all of my love @chriscornell. pic.twitter.com/NFz0dnxfp8
— Chester Bennington (@ChesterBe) 18 maggio 2017
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