Secondo gli inquirenti l'agente, che il 4 aprile scorso ha sparato a Justus Howell mentre stava scappando, ha reagito a una minaccia armata. Due giorni fa la non incriminazione di un altro poliziotto
Non verrà incriminato il poliziotto che il 4 aprile scorso ha sparato e ucciso mentre stava scappando Justus Howell, un 17enne afroamericano a Zion, nell'Illinois. Lo ha stabilito la Procura dell'Illinois definendo "giustificata" la reazione dell'agente Eric Hill in quanto il ragazzo era armato e pericoloso.
Secondo quanto ricostruito dalle autorità, il giovane si era incontrato con un uomo per acquistare una pistola ma poi aveva tentato di rubarla e tra i due era scattata una lite durante la quale è partito anche un colpo. Pochi minuti dopo è intervenuto il poliziotto che ha rincorso il 17enne intimandogli ripetutamente di fermarsi e gettare la pistola.
Un video ripreso da una telecamera di sorveglianza mostra l'agente Hill che rincorre l'adolescente e alla fine lo colpisce due volte alla schiena. Ma il procuratore della contea di Lake, Michael Nerheim, ha detto che un'indagine, che ha coinvolto anche l'Fbi, ha stabilito che l'ufficiale ha sparato perché temeva per la sua incolumità e per quella di un agente nelle vicinanze dopo che Howell si è girato verso di lui impugnando la pistola con la mano destra.
La famiglia ha contestato la decisione sostenendo che nel filmato non c'è nulla che dimostri che il ragazzo impugnasse un'arma e ha annunciato che intende presentare una causa federale contro la polizia Zion. La notizia, che arriva due giorni dopo la non incriminazione di un altro poliziotto accusato di aver ucciso il 6 marzo scorso a Madison, nel Wisconsin, un 19enne di colore che girava disarmato, rischia di alimentare la rabbia della popolazione afroamericana e far scoppiare nuovi disordini sulla scia di quelli provocati dai fatti di Baltimora e Ferguson.
