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Noury (Amnesty): "Mosca ha dichiarato guerra interna ai dissidenti"

07 settembre 2022 | 13.51
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Oltre 200 procedimenti giudiziari in corso in Russia per dissenso sulla guerra in Ucraina. In Bielorussia i prigionieri politici sono più di mille e vi è preoccupazione per l'applicazione della pena di morte ai 'partigiani delle ferrovie'.

Mosca (foto Afp)
Mosca (foto Afp)

Oltre alla guerra in Ucraina, sembra che la Russia "sia impegnata in un conflitto interno con i dissidenti". A sottolinearlo è Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, che ha tracciato con l'Adnkronos un breve quadro della repressione dei dissidenti in Russia, ma anche in Bielorussia, dove vi è "preoccupazione per l'applicazione della pena di morte ai partigiani delle ferrovie".

"In Bielorussia la situazione si aggrava di giorno in giorno, si è ampiamente superato il numero di mille prigionieri politici", afferma Noury, all'indomani della condanna dei difensori dei diritti umani Marfa Rabkova e Andrei Chapyuk rispettivamente a 15 e sei anni di carcere di carcere. "Siamo molto preoccupati - dichiara- per l'annuncio dell'applicazione della pena di morte per i cosiddetti partigiani delle ferrovie, macchinisti, addetti alla movimentazione, impiegati delle ferrovie dello stato, che ostacolano l'afflusso di soldati, armi e veicoli militari russi diretti verso l'Ucraina attraverso le ferrovie della Bielorussia. Il governo di Minsk li considera terroristi e applicherà la pena di morte nei loro confronti".

In Russia, prosegue Noury, "abbiamo circa 200 procedimenti giudiziari in corso nei confronti di persone che hanno espresso dissenso contro la guerra russa in Ucraina. Ottanta di queste per il nuovo reato di diffusione di informazioni false sulle forze armate, un reato punibile con pene da 5 a 10 anni, e in alcuni casi anche 15. Proprio all'inizio mese, abbiamo pubblicato dieci storie scelte di persone in carcere, ex consiglieri comunali, attiviste e attivisti, giornalisti, chi condannato e chi in detenzione preventiva in attesa del processo. Se aggiungiamo gli altri sviluppi negativi, come la condanna a 22 anni del giornalista Ivan Sofronov e la chiusura di Novaya Gazeta, è come se, per quanto riguarda la Russia, oltre alla guerra contro l'Ucraina che sta producendo orrori, Mosca fosse impegnata anche in un conflitto interno contro i dissidenti. E la Bielorussia applica gli stessi metodi repressivi dello stato di riferimento", ovvero di Mosca.

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