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Novak Djokovic, Australia annulla visto: rischia espulsione

14 gennaio 2022 | 08.18
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La decisione del ministro dell'Immigrazione. Il caso in tribunale: domenica udienza decisiva

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

L'Australia annulla il visto di Novak Djokovic, che rischia di essere espulso dal paese. Il ministro dell'Immigrazione Alex Hawke ha cancellato il visto del 34enne tennista serbo, che a questo punto rischia di dover lasciare Melbourne a pochi giorni dall'inizio degli Australian Open, in programma da lunedì 17 gennaio e di essere bandito dall'Australia per tre anni.

Il caso è tornato quindi in tribunale. Il giudice Anthony Kelly, lo stesso che lunedì ha dato ragione al tennista serbo sulla validità del visto, ha disposto che Djokovic rimanga nel paese fino all'epilogo della vicenda. Nella giornata di sabato, il numero 1 del tennis mondiale dovrebbe essere condotto in una struttura che ospita immigrati entrati in Australia senza visto regolare. Prima, risponderà alle domande dei funzionari dell'immigrazione. Domenica mattina, a poche ore dall'inizio del torneo, si terrà una nuova udienza.

Dai legali del numero uno al mondo del tennis viene intanto definita "palesemente irrazionale" la condotta che ha portato il ministro dell'Immigrazione australiano ad annullare il visto. Secondo l'avvocato Nick Wood, il ministro considera il potenziale di "forte sentimento anti-vax" se a Djokovic sarà permesso di rimanere in Australia. Il membro del governo, secondo il legale, non considera gli effetti di un'eventuale espulsione.

"Ho esercitato il mio potere di annullare il visto che Novak Djokovic aveva ottenuto per motivi di salute ritenendo che non fosse nell'interesse del pubblico", ha detto intanto Hawke in una nota, aggiungendo che ''il governo Morrison è fermamente impegnato a proteggere i confini dell'Australia, in particolare in relazione alla pandemia di Covid-19''.

Il premier Scott Morrison si è espresso con una nota, evidenziando che la decisione di Hawke è arrivata "dopo attenta valutazione" ed è stata adottata "nel pubblico interesse". "La pandemia è stata incredibilmente difficile per ogni australiano, ma siamo rimasti uniti e abbiamo salvato vite. Insieme abbiamo raggiunto uno dei tassi più bassi di mortalità, abbiamo mantenuto un'economia molto solida e siamo arrivati ad altissimi livelli di vaccinazione a livello mondiale", le parole del primo ministro. "Gli australiani hanno fatto enormi sacrifici in questa pandemia e si aspettano giustamente che i risultati ottenuti con questi sacrifici vengano progetti. E' ciò che il ministro sta facendo con la sua azione. Le rigide politiche di tutela dei confini hanno tenuto gli australiani al sicuro prima del covid e anche ora, durante la pandemia", ha aggiunto.

Djokovic, no vax, è arrivato in Australia con un visto giudicato non regolare durante i controlli all'aeroporto di Melbourne. Il tennista ha esibito un'esenzione dal vaccino ottenuta dopo la guarigione dal covid, contratto a dicembre. La documentazione è stata giudicata insufficiente. L'atleta, confinato diversi giorni al Park Hotel di Melbourne, nel primo round in tribunale aveva ottenuto un'ingiunzione dalla corte federale che lo ha autorizzato a rimanere in Australia. La decisione del ministro Hawke, però, rischia di portare all'espulsione dell'atleta.

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