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Nuovo piano Eni, produzione in crescita di oltre il 3% in 2016-19

18 marzo 2016 | 15.17
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Nuovo piano Eni, produzione in crescita di oltre il 3% in 2016-19

La produzione di idrocarburi di Eni è prevista in crescita di oltre il 3% all’anno nel periodo 2016-19 e sarà realizzata principalmente attraverso il ‘ramp up’ e l’avvio di nuovi progetti che daranno un contributo totale di circa 800 mila barili di olio equivalente al giorno nel 2019. E’ quanto emerge dal piano strategico che l’ad di Eni, Claudio Descalzi presenta a Londra alla comunità finanziaria.

L’esplorazione rimane un fattore chiave per la crescita del valore della società. Negli ultimi 8 anni, Eni ha scoperto 11,9 mld di barili di risorse a un costo unitario di 1,2 dollari al barile, che corrispondono a circa 2,4 volte il totale della produzione realizzata nel periodo, valore molto più alto della media del settore pari a 0,3.

Nell’arco del periodo del Piano, Eni prevede nuove scoperte per 1,6 mld di boe al costo competitivo di 2,3 dollari al barile e con un ‘time to market' per gli avvii di produzione molto ridotto, pur mantenendo una spesa media nell’esplorazione in linea con i livelli del 2015. Eni riuscirà a realizzare una crescita della produzione cumulata del 13% entro il 2019. Entro il 2019 l’Eni punta ad un nuovo programma di dismissioni per 7 miliardi di euro. Il nuovo piano di dismissioni sarà realizzato principalmente attraverso la diluizione delle alte quote di partecipazione detenute nelle recenti importanti scoperte, in linea con la strategia del gruppo di ‘dual exploration’. Nel precedente piano 2015-18, erano previsti circa 8 miliardi di dismissioni di cui già 7 mld sono stati realizzati.

Abbiamo iniziato un nuovo ciclo di crescita redditizia e abbiamo il potenziale per creare maggiore valore per il futuro”, commenta Descalzi, che si riferisce soprattutto alla riduzione dei costi di 3,5 miliardi di euro grazie alla rinegoziazione dei contratti (sarà ridotto il differenziale tra prezzo del greggio e costi) e una riduzione di 2,5 miliardi dei costi generali amministrativi entro il 2019 (rispetto a 2 mld di euro del piano precedente).

L’industria petrolifera, aggiunge Descalzi, “sta affrontando una sfida molto complessa: ridurre i costi per soddisfare i vincoli finanziari di breve termine, continuando a creare valore nel lungo periodo”. Il successo della nostra strategia di ristrutturazione e di trasformazione in una società oil & gas integrata, rileva Descalzi, “ci consente di affrontare questa sfida con una struttura di costi competitiva, un modello operativo efficiente e un portafoglio asset flessibile”.

“Continueremo a puntare su una forte generazione di cassa attraverso una crescita sostenibile nell’Upstream, il completamento della ristrutturazione degli altri settori, una maggiore efficienza nei costi e la gestione di un portafoglio flessibile”, sottolinea ancora Descalzi. Inoltre, rileva, “grazie alla nostra flessibilità finanziaria, la nostra politica di remunerazione continuerà a essere sostenibile anche in presenza di prezzi del petrolio più bassi del previsto”.

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