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Olio, stop a frodi e concorrenza: arriva marchio dell'extra vergine 100% italiano

26 febbraio 2016 | 16.58
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Olio, stop a frodi e concorrenza: arriva marchio dell'extra vergine 100% italiano

Un marchio che possa garantire la sostenibilità dell'olio extra vergine di oliva 100% italiano. E' l'ultima iniziativa condivisa da tutta la filiera olivicola per affrontare con sempre più credibilità i mercati esteri. La novità è stata presentata oggi alla presentazione di Extract, il primo rapporto olio extra vergine di oliva italiano e consumatore mondiale dell’osservatorio di Unaprol ed Istituto IXè da cui si evince che nel mondo il 99% dei consumatori considera il fenomeno dell’italian sounding una frode. A rischio c’è la propensione dichiarata all’acquisto di olio italiano da parte del 79% dei consumatori europei, del 68% di quelli asiatici e dell’84% di quelli americani che pensano di acquistare, come italiano, un prodotto che non è fatto con olive italiane.

Il marchio, il cui progetto di ideazione grafica è in corso di elaborazione, verrebbe adottato attraverso un regime facoltativo di certificazione. Sarà identificativo di tutta la filiera dell’olio extra vergine di oliva italiano e dovrà essere condiviso con il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Ma il marchio non è l'unica strategia messa a punto dagli addetti ai lavori per sostenere la produzione di olio italiano di qualità, letteralmente aggredita dalla concorrenza dentro e fuori Ue, oltre che gravemente penalizzata dall'emergenza Xylella in Puglia che si stima abbia superato la cifra di 150 milioni di euro di danni agli olivicoltori di quelle zone.

Un importante contratto nazionale infatti, partito a novembre, ha messo insieme tutte le componenti della filiera per misurarsi sulla riconoscibilità del prodotto italiano di altissima qualità.

L'obiettivo è produrre ogni anno almeno 10.000 tonnellate di olio che risponda a criteri di sostenibilità in senso lato, da quella ambientale a quella socio-economica. Ma l'obiettivo è ancora più ambizioso, produrne "100 mila tonnellate" come ha detto David Granieri, presidente di Unaprol. Un marchio che "racchiude valori economici, etici contro il lavoro nero, di tracciabilità e con parametri qualitiativi superiori al vero prodotto italiano".

Sarà una produzione destinata soprattutto ai mercati esteri che stentano a riconoscere la qualità italiana. Si tratta di un olio extravergine, 100% italiano, che non presenta residui parassitari e dunque mirata a sbarcare in Usa dove la normativa severissima richiede percentuale zero di queste sostanze per essere commercializzato. L'olio di altissima qualità nell'elegante bottiglia 'Flow' (a simboleggiare il flusso dell'olio) ha una targhetta dedicata al Giubileo ed è stato consegnato a Mons. Fisichella per Papa Francesco, un simbolico dono.

"Non posso non riconoscere che la filiera ha fatto un passo avanti, un segnale da questo settore anche per le altre filiere, penso ad esempio al latte" ha detto il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina rimarcando il fatto che "non è accettabile che l'Italia subisca un'operazione distruttiva, demagogica e falsa senza dire nulla negli Stati Uniti. Siamo già in moto e ci saranno reazioni nel rapporto con i consumatori per contrastare la falsa rappresentazione dell'olio italiano" alludendo ai blocchi di container di olio italiano alla frontiera statunitense. Il lavoro con il Mise e l'Ice con il piano straordinario di internazionalizzazione è la premessa per alzare il livello di reazione".

Sul 'fronte' nazionale Martina ha spiegato che il Pon, il Piano olivicolo nazionale, "è pronto, figlio di una discussione vera che ha messo a punto tante esigenze diverse e anche il tema della quantità". Il Piano che a giorni andrà all'esame della Conferenza Stato-Regioni.

"Per cogliere le opportunità che si aprono per il prodotto simbolo del made in Italy e della dieta mediterranea bisogna stringere le maglie della legislazione con l’attuazione completa delle norme già varate con la legge 'salva olio' del 2013, dai controlli per la valutazione organolettica ai regimi di importazione, per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata" ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che "la credibilità è il fattore di successo sui mercati internazionali dove si affacciano nuovi ed agguerriti concorrenti che vanno affrontati anche con un rinnovato impegno sul piano della sostenibilità ambientale, sociale ed economica".

L’Italia puo’ contare su un patrimonio di 250 milioni di ulivi ed è l’unico Paese con 533 varietà di olive e 43 oli tutelati dall’Unione Europea. Il fatturato dell’olio d’oliva - conclude la Coldiretti - sale al valore record di 3 miliardi di euro nel 2015 realizzati per oltre la metà grazie alle esportazioni.

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