Sono oltre cinquemila le persone morte a causa della violenza jihadista a novembre, in particolare in Iraq, Nigeria, Afghanistan e Siria dove si è registrato l'80 per cento delle vittime. Lo rivela uno studio condotto dalla Bbc insieme all'International Centre for the Study of Radicalisation (ICSR), che ha documentato 664 attacchi jihadisti in 14 Paesi. L'indagine ha messo in luce come a novembre circa sette persone siano morte ogni ora per violenze attribuite ad al-Qaeda, gruppi affiliati o altri che si rifanno alla stessa ideologia.
Lo studio riporta che ogni giorno di novembre sono stati sferrati 22 attacchi di questo tipo, che hanno provocato una media di 168 vittime. I miliziani dello Stato Islamico (Is), attivi in Iraq e in Siria, sono da soli responsabili di oltre duemila morti.
Delle 5.042 persone uccise in totale, la grande maggioranza, ovvero 2.079, erano civili. Sono invece 1.723 i militari uccisi a novembre e circa mille i jihadisti. Il Paese nel quale si è registrato il maggior numero di vittime è stato l'Iraq, che conta un terzo delle morti e il numero più alto di attacchi.
Al secondo posto la Nigeria, dov'è attivo il gruppo di Boko Haram, seguita dall'Afghanistan, terzo Paese con il maggior numero di vittime. L'attentato più sanguinoso di novembre si è registrato in Nigeria, dove l'esplosione di una bomba nella Grande Moschea di Kano ha ucciso almeno 120 persone.
