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Omicidio Cerciello, collega in aula: "Senza pistola per praticità"

15 luglio 2020 | 13.06
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Secondo la perizia psichiatrica "Elder capace di intendere e volere" al momento dell'omicidio. Malore in aula per il suocero del carabiniere ucciso

Foto Fotogramma - FOTOGRAMMA
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“Dovevamo avere la pistola ma per praticità e per poterci mimetizzare fra la gente l’arma è più un problema, non mi è mai capitato di doverla usare nel servizi nella zona della movida”. Lo ha detto in aula Andrea Varriale, il carabiniere di pattuglia con il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso la notte del 26 luglio scorso.

Rispondendo alle domande del pm Maria Sabina Calabretta, Varriale ha spiegato il motivo per cui i due militari non avevano l’arma d’ordinanza. “La Beretta pesa oltre un chilo ed è lunga 25 centimetri. Io ero vestito con una polo - ha aggiunto Varriale - dei jeans e le scarpe da ginnastica. Il nostro obiettivo, quando facciamo quel tipo di servizio, è confonderci tra la gente e mimetizzarsi. La zona di competenza era quella che va da Ponte Sisto, Campo de Fiori e piazza Trilussa, il turno era dalla mezzanotte alle sei di mattina. Giravamo a piedi perché il controllo contro lo spaccio non si può fare in auto”.

MALORE IN AULA PER SUOCERO CERCIELLO - Durante la testimonianza di Varriale, alcuni familiari di Cerciello non sono riusciti a trattenere le lacrime e il suocero, dopo aver avuto un malore, è stato trasportato in ambulanza in ospedale. L’udienza è stata quindi interrotta e aggiornata.

"EDLER CAPACE DI INTENDERE E VOLERE" - "Si ritiene che Finnegan Lee Elder fosse capace di intendere o di volere al momento del fatto" e quindi è "imputabile". Lo scrivono i professori Stefano Ferracuti e Vittorio Fineschi nella perizia psichiatrica disposta dal tribunale di Roma nei confronti dello studente americano, accusato insieme con Gabriel Natale Hjorth, dell’omicidio del vicebrigadiere.

Elder "è persona che presenta un disturbo di personalità borderline-antisociale di gravità medio elevata, una storia di abuso di sostanze (in particolare Thc) e un possibile disturbo post-traumatico da stress" si legge nelle conclusioni della perizia. "Tuttavia non è possibile dimostrare che la condizione mentale accertata nell’Elder abbia compromesso la libera capacità decisionale del soggetto al momento del compimento dell’azione delittuosa: riteniamo perciò che il signore sia da valutarsi come imputabile all’epoca dei fatti".

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