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Omicidio Ciatti, il ceceno Bissoultanov è scappato

13 luglio 2022 | 12.27
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L'uomo è stato condannato a 15 anni per la morte del 21enne di Scandicci, ma non si è presentato all'udienza di carcerazione. Il giudice spagnolo ha emesso un mandato di cattura internazionale

Fotogramma
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E' scappato Rassoul Bissoultanov, il 29enne ceceno condannato a 15 anni di reclusione per la morte di Niccolò Ciatti, il 21enne di Scandicci (Firenze) che venne pestato senza alcun motivo la notte tra l'11 e il 12 agosto 2017 in una discoteca di Lloret de Mar, nota località della Costa Brava, dove si trovava in vacanza con alcuni amici. Il condannato per omicidio volontario non si è presentato questa mattina davanti al Tribunale spagnolo di Girona dove era fissata l'udienza per la carcerazione, al fine di calcolare la rideterminazione della reclusione dopo essere stato in prigione già quattro anni. Dopo aver preso atto della irreperibilità di Bissoultanov, il giudice ha emesso nei suoi confronti un mandato di cattura internazionale.

In attesa della carcerazione, Bissoultanov era sottoposto all'obbligo di firma settimanale presso la polizia giudiziaria. Il ceceno ha firmato per l'ultima volta mercoledì 6 luglio, come risulterebbe a Luigi Ciatti, padre di Niccolò.

Il verdetto di condanna era stato emesso dalla giuria popolare del Tribunale di Girona lo sorso 3 giugno, ma la sentenza che infligge i 15 anni di carcere è stata depositata solo un mese dopo, il 5 luglio dal giudice togato, a cui spettava determinare la pena per il ceceno. Il giorno dopo Bissoultanov si è recato in caserma per firmare il registro e subito dopo sarebbe scappato, molto probabilmente lasciando la Spagna.

Durante le udienze del processo, il procuratore Victor Pillado aveva chiesto 24 anni di carcere e 9 anni di libertà vigilata. "Dobbiamo giustizia alla famiglia Ciatti - aveva detto nella requisitoria il pm Pillado -, dobbiamo una condanna giusta e responsabile". L'entità della pena da applicare oscillava tra i 15 e i 25 anni secondo quanto stabilisce il codice penale spagnolo per l'omicidio volontario di una persona indifesa. Il giudice ha quindi applicato la pena minima prevista. La famiglia Ciatti, tramite l'avvocato Agnese Usai, ha impugnato la sentenza e a giorni depositerà il ricorso per reclamare una pena maggiore per il condannato. La scadenza per il ricorso è fissata al 20 luglio.

Secondo quanto ricostruito durante le indagini, Bissolultanov, esperto di arti marziali, in particolare del tipo di lotta chiamata Mma, la notte tra l'11 e il 12 agosto 2017, sulla pista da ballo della discoteca 'St Trop', insieme a due connazionali, improvvisamente prese di mira Niccolò Ciatti, che stava trascorrendo con i suoi amici l'ultima serata della vacanza in Costa Brava. Così iniziò il pestaggio mortale.

Bissoultanov, poco più grande di Niccolò, sferrò un violentissimo calcio alla testa del ragazzo di Scandicci, che non si rialzò più. Morì in ospedale alcune ore dopo. Anche Magomadov avrebbe preso parte al pestaggio, e alcuni video girati dai presenti in discoteca e le testimonianze degli amici di Niccolò lo confermerebbero.

Lo scorso 20 maggio la Cassazione ha annullato la scarcerazione di Rassoul Bissoultanov, estradato dalla Germania in Italia e scarcerato il 22 dicembre 2021 dai giudici della Corte d'Assise di Roma. Il ceceno nel frattempo però è tornato in Spagna dove per lo stesso caso era già stato aperto un processo, che agli inizi di giugno si è concluso con il verdetto di condanna del Tribunale provinciale di Girona.

Nel frattempo va avanti il processo in Italia per l'omicidio di Niccolò Ciatti. Lo scorso 8 giugno i giudici della Terza Corte d'Assise di Roma hanno dichiarato "infondata" l’istanza avanzata dalla difesa di Rassoul Bissoultanov, con cui chiedeva di chiudere il processo italiano, per il ne bis in idem, alla luce della sentenza di primo grado pronunciata nelle scorse settimana dai giudici spagnoli che hanno condannato il ceceno per omicidio volontario aggravato.

"Confido che la circostanza che l'assassino sia scappato non vanifichi tutti gli sforzi della difesa, la pazienza e la fiducia nella giustizia di una famiglia che piange un figlio morto", ha commentato all'Adnkronos l'avvocato Agnese Usai, legale della famiglia Ciatti.

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