La dichiarazione durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto: "Respingiamo ogni accusa. Siamo intervenuti per dividere". E aggiungono: "Dispiaciuti perché accusati di omicidio che non abbiamo commesso". L'avvocato: "Hanno indicato i partecipanti alla rissa". Il fratello maggiore Alessandro: "A me e a mia famiglia minacce di morte". Il padre del testimone: "20 secondi di violenza inaudita"
"Non abbiamo toccato Willy Monteiro. Respingiamo ogni accusa. Siamo intervenuti per dividere". E’ quanto hanno detto Marco e Gabriele Bianchi, i fratelli che sono tra i quattro accusati dell'omicidio di Willy Monteiro Duarte, durante l'interrogatorio di convalida dell'arresto davanti al gip che si è tenuto questa mattina a Rebibbia. "Siamo dispiaciuti e distrutti perché siamo accusati di un omicidio che non abbiamo commesso", avrebbero aggiunto, da quanto si apprende.
Il fratello maggiore Alessandro: "A me e a mia famiglia minacce di morte"
"Durante l’interrogatorio i miei assistiti hanno raccontato di avere visto delle persone che loro conoscevano e che erano coinvolte in una rissa con altri soggetti a loro sconosciuti. I miei assistiti hanno fornito al giudice i nomi dei loro conoscenti", ha detto l'avvocato Massimiliano Pica, uno dei legali dei fratelli e di Mario Pincarelli, dopo l'interrogatorio di convalida degli arresti. Il legale ha poi aggiunto che i suoi assistiti "affermano di avere ‘sbracciato’ per dividere gli autori della rissa ma di non avere colpito il ragazzo. Domani depositeremo nuove testimonianze che contraddicono quelle della Procura. I fratelli Bianchi affermano di non avere visto Willy a terra, vittima del pestaggio". "Se è stata contestata l'aggravante dell'odio razziale? No, assolutamente no. Il capo di imputazione è omicidio preterintenzionale", ha risposto.
Da quanto si apprende, il gip al termine dell'interrogatorio si è riservato di decidere entro domani sull'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare per i fermati.