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Omicidio di San Valentino, 20enne ucciso per pettegolezzo

16 dicembre 2017 | 15.46
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Svolta nelle indagini sull’omicidio di San Valentino, avvenuto a Fabbrico, nel Reggiano, la notte del 14 febbraio 2014, quando il pakistano Ahmed Waqas, di 20 anni, fu barbaramente seviziato e ucciso e il suo corpo nudo venne poi ritrovato sotterrato. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Emilia infatti hanno arrestato l’esecutore materiale dell’omicidio, il 38enne Naveed Sadiq, all'epoca dei fatti residente a Fabbrico.

La vittima all'epoca credeva di essere entrato in contatto su Facebook con una ragazza pakistana, benestante, con il nickname ‘GVR’ che gli aveva proposto una fuga d’amore in Germania. Dietro quel falso profilo però c’erano in realtà i suoi assassini, che hanno ucciso Waqas per un pettegolezzo sulla moglie di Sadiq. Per l’omicidio si trova in carcere dallo scorso maggio Mustafa Ghulam, che era amico della vittima, e che ingannò il 20enne facendogli credere di aiutarlo nella fuga d’amore per poi accompagnarlo in realtà nelle mani del suo killer.

Il 38enne ha pensato di mettere in atto un omicidio perfetto, riuscendo a far credere al giovane Ahmed di avere in corso una relazione con una ragazza benestante ed intenzionata a scappare con lui per un matrimonio non combinato e non approvato dalla famiglia, utilizzando un falso profilo Fb e la chat e portando avanti la messinscena per otto mesi. Quella tragica notte di San Valentino di tre anni fa, infatti non c’era alcuna ragazza nel luogo fissato per l’appuntamento ma soltanto i suoi assassini che volevano farlo sparire dalla circolazione senza lasciare sospetti e facendo credere a tutti che si fosse trattato di una fuga d’amore. In seguito il corpo del giovane pakistano venne casualmente rinvenuto durante lavori di cantiere.

Per suggellare l'accordo e assicurarsi che nessuno dei due assassini avrebbe mai tradito il complice, Sadiq e Ghulam fecero giuramento di fedeltà attraverso il rito islamico del Wudhu, alla moschea di Fabbrico. La svolta è arrivata anche grazie gli atti acquisiti mediante rogatoria internazionale sull’account Facebook della vittima, dove i Carabinieri hanno trovato una chat in cui la vittima, violando la promessa a cui era stato costretto di non rivelare a nessuno il nome dei propri mediatori con quella che riteneva essere la fidanzata ‘GVR’, aveva invece confidato ad un proprio parente in Pakistan il nome di Sadiq Naveed, spiegando che lo stava aiutando nelle fasi organizzative del proprio matrimonio segreto e della fuga all'estero. Il 38enne pakistano si trova ora in carcere con l’accusa di omicidio premeditato in concorso con l’aggravante dei futili motivi e della crudeltà.

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