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Roma: dopo 20 anni area occupata torna a Comune, lì tragedia Ciro Esposito

27 maggio 2016 | 12.57
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Roma: dopo 20 anni area occupata torna a Comune, lì tragedia Ciro Esposito

Dopo quasi 20 anni di occupazione abusiva torna alla città di Roma l'area di Tor di Quinto, dove il 3 maggio 2014 prima della finale di Coppa Italia, fu ferito Ciro Esposito, il tifoso napoletano morto dopo 53 giorni di agonia al policlinico Gemelli. Questa mattina i carabinieri della stazione di Ponte Milvio hanno riconsegnato al Comune l'area, che si trova al civico 57 B di viale di Tor di Quinto e si estende per 80mila mq fino a Collina Fleming e a viale del Foro Italico. I militari hanno eseguito il dissequestro dell'area di proprietà del Comune, disposto il 27 aprile scorso dal pm della procura di Roma Tiziana Cugini.

Nei prossimi giorni si trasferirà nella zona Mondo Fitness che la occuperà fino a settembre. Intanto il dipartimento Sport del Comune di Roma esaminerà il progetto presentato da un'associazione sportiva, che ha vinto un bando di gara del 2006 per la riqualificazione dell'area e che la prenderà in carico a partire da ottobre. La zona diventerà un centro sportivo polifunzionale, con campi di calcio, paddle, beach volley e beach tennis, nel rispetto del vincolo paesaggistico e archeologico a cui è sottoposta.

"Il comandante della stazione di Ponte Milvio Giampaolo Fortieri - ha detto il comandante del Reparto Operativo di Roma Giuseppe Donnarumma - ha avviato un percorso virtuoso di legalità, a cui hanno partecipato tutti gli attori che ne avevano titolo, che si è concluso con la restituzione alla città di questo spazio. È un atto altamente simbolico, con cui Roma torna ad appropriarsi di un'area molto bella e che restituisce un quadro di legalità leso da una stagione fin troppo lunga".

L'area, con la legge 205 dell'89 'Opere da realizzare per i Mondiali di Calcio 1990', era stata destinata alla costruzione di un impianto sportivo con annessi spogliatoi, da utilizzare come campo di allenamento in occasione del mondiali di calcio del 1990. Opera che però non fu mai realizzata ad eccezione degli spogliatoi.

Lo spazio fu preda di diverse associazioni, tra cui Ciak Village, che la utilizzarono abusivamente. Il quadro di illegalità emerse il 31 ottobre 2013 nell'ambito delle indagini sull'aggressione di un giovane all'interno della discoteca Ciak Village. I carabinieri accertarono che il locale non aveva né la prescritta autorizzazione amministrativa prevista dal Tulps, né il parere di agibilità vincolante della commissione comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo.

Nell'area mancavano le condizioni minime di sicurezza e di igiene, l'impianto elettrico non a norma, era costituito da cavi aerei, a terra precari e pericolosi. Inoltre nel corso di un sopralluogo di Acea, richiesto proprio dai carabinieri, emerse anche un prelievo illecito di energia. In base all'informativa dei carabinieri, il gip di Roma Elvira Tamburelli, accogliendo la richiesta del pm Tiziana Cugini, dispose il sequestro preventivo dell'area, notificando l'avviso di garanzia alla presidente dell'associazione culturale Ciak Village. Oggi l'area è stata finalmente riconsegnata al Comune di Roma.

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