"Non cercate a tutti i costi un colpevole condannando un innocente. Sono anni che sono sottoposto a questa pressione. Mi appello alle vostre coscienze: spero che mi assolviate". Con queste parole Alberto Stasi, accusato dell'omicidio della fidanzata Chiara Poggi, ha preso per la prima volta la parola in aula prima che i giudici della Corte d'Assise d'Appello di Milano si ritirassero in camera di consiglio per decidere il verdetto: Stasi rischia 30 anni di carcere.
Già assolto per due volte prima che la Cassazione annullasse le sentenze chiedendo un nuovo processo d'appello, Stasi ha ricordato ai due giudici togati e ai giudici popolari che "la morte di Chiara è stato un dramma anche per me perchè lei era la mia fidanzata".