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Omicidio Meredith: Guede, sono fuggito perché temevo non mi avrebbero creduto

21 gennaio 2016 | 22.05
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Rudy Guede (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Rudy Guede (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"Sono fuggito perché avevo paura che non mi avrebbero creduto". Rudy Guede parla per la prima volta dopo essere stato condannato a 16 anni di carcere come unico colpevole per l'omicidio della 21enne Meredith Kercher e intervistato nella prima puntata di 'Storie Maledette' su Raitre (dall'eloquente titolo 'Nero trovato, colpevole trovato') dà la sua versione di quanto accadde nella notte tra l'1 e il 2 novembre di 9 anni fa al numero 7 di Via Pergola, a Perugia.

L'ivoriano rifiuta la descrizione che di lui hanno fatto i media ma anche alcune sentenze, in cui è stato definito ladro esperto e scaltro. "Si è strumentalizzato un episodio - racconta Guede - il 27 ottobre del 2007, quattro giorni prima dell'omicidio Meredith, sono andato a Milano a trascorrere una serata e mi portai un pc portatile. Non sapendo dove andare a dormire mi sono affidato a una persona sconosciuta, un sudamericano, che mi ha portato a dormire in un asilo, lui aveva le chiavi del portone del palazzo. Ho dormito lì e questo è stato il mio errore - continua l'ivoriano - Il giorno dopo è arrivata la proprietaria dell'asilo, che ha chiamato la polizia. Quindi mi hanno portato in questura, e mi hanno trovato il computer che avevo comprato a un mercatino dell'usato e che è risultato rubato in uno studio di un avvocato. Questa cosa è stata manipolata e strumentalizzata". Per questo episodio l'ivoriano fu denunciato per ricettazione.

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