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Caso Meredith, Sollecito: "E' la fine di un incubo, non chiamatemi assassino"

30 marzo 2015 | 12.06
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Conferenza stampa dopo l'assoluzione in Cassazione: "Amanda? L'ho sentita, ha festeggiato con la sua famiglia". Poi aggiunge: "Mi sento come un sequestrato tornato alla libertà". Avvocato Bongiorno: "Valuteremo eventuali istanze relative all'ingiusta detenzione"

Giulia Bongiorno e Raffaele Sollecito in conferenza stampa (Adnkronos)
Giulia Bongiorno e Raffaele Sollecito in conferenza stampa (Adnkronos)

"Non accetterò più di essere definito assassino". Torna a parlare Raffaele Sollecito, e lo fa da uomo libero, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a Roma dopo l'assoluzione in Cassazione nel processo per l'omicidio di Meredith Kercher. "Sono pronto a tutelare la mia immagine nelle sedi opportune. Attenetevi ai fatti, massima cautela", ha avvertito il giovane pugliese.

"Mi sento come un sequestrato tornato alla libertà", ha spiegato Raffaele, accompagnato dai suoi legali, Giulia Bongiorno e Luca Maori, dal padre Francesco e dalla sorella. Raffaele ha voluto ringraziare "tutti coloro che mi hanno aiutato. Ringrazio mio padre, i miei familiari e gli avvocati che hanno lavorato tantissimo e hanno contribuito in maniera decisiva a questo esito di cui siamo felici". "Ho letto da qualche parte che non mi aspettavo questa sentenza - ha poi aggiunto - ma non è così perché è questa la realtà dei fatti". Raffaele ha anche precisato: "Dopo questa conferenza stampa non parlerò più di atti processuali".

"Il momento più bello che ha messo fine a un incubo è stata la chiamata di mia sorella dopo la lettura della sentenza - ha ricordato - È stato veramente l'inizio di una nuova vita, il ritorno alla mia normale esistenza e alla possibilità di vivere come un ragazzo della mia età senza più questo fardello che mi impediva di fare progetti e sogni". "Non dimentico quando nelle carte, purtroppo con sgomento, ho letto offese gravissime nei confronti miei e dei miei familiari - ha spiegato - Ho avuto paura, ho percepito livore nei miei riguardi, mi sono sentito disprezzato e ancora oggi mi chiedo il perché di quel disprezzo".

Raffaele ha detto di aver sentito Amanda Knox, dopo la sentenza. "Amanda l'ho sentita, ci siamo fatti gli auguri, siamo entrambi felici. Lei mi ha detto che ha festeggiato con la famiglia, è stata una breve conversazione che si è chiusa con gli auguri per il futuro". " Auguro ad Amanda ogni bene" , ha aggiunto, ricordando anche che "il rapporto con Amanda era una storia di affetto tra due ragazzi poco più che adolescenti". "Forse un giorno o l'altro scriverò un libro, forse no. La ferita che mi ha accompagnato in questi 7 anni e 5 mesi non si rimarginerà mai".

Poi si è rivolto alla famiglia di Meredith. "Mi dispiace tantissimo che la famiglia di Meredith sia delusa e dispiaciuta da questa sentenza ma questa volta la verità processuale coincide con la verità dei fatti. Io non ho nulla a che fare con quel delitto, non avevo nessun motivo per nutrire astio verso Meredith e per rendermi partecipe di un delitto tanto orribile. Spero che loro riconoscano la verità dei fatti".

Al termine della conferenza stampa è intervenuto anche il padre di Raffaele. "Non abbiamo mai pensato a una fuga di Raffaele all'estero - ha detto Francesco Sollecito a margine della conferenza - La latitanza è una cosa impossibile da realizzare se si è persone perbene come noi. Non avrei potuto far vivere Raffaele con la paura di venire arrestato".

Quanto all'istanza di risarcimento danni, l'avvocato Giulia Bongiorno ha precisato: "Nelle prossime settimane io e l'avvocato Maori valuteremo eventuali istanze relative all'ingiusta detenzione", ha detto l'avvocato. "La responsabilità civile dei magistrati è un istituto serio che va esercitato in certe condizioni e non certo con spirito di vendetta - ha aggiunto - Non ci sono allo stato iniziative di questo genere ma aspetteremo le motivazioni della sentenza". Infine l'avvocato Maori ha fatto riferimento a Rudy Guede, in carcere per il delitto di Meredith Kercher. "La cosa importante è che c'è una persona che sa come sono andate le cose - ha detto il legale - Il delitto è avvenuto ad opera di un soggetto che è stato condannato. È giusto che faccia sapere ciò che è successo soprattutto per la famiglia di Meredith".

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