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Noemi, il vescovo: "Cercavi amore, hai trovato la morte"

20 settembre 2017 | 10.48
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Noemi Durini, la ragazza sedicenne uccisa a Specchia, Lecce (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Noemi Durini, la ragazza sedicenne uccisa a Specchia, Lecce (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

"Non ci deve essere l'odio, ragazzi. Non esiste. Non ci appartiene l'odio, perché l'odio porta alla violenza. Mia figlia, anche se è morta, ha vinto perché lei non aveva odio e, non avendo odio, lei non faceva la guerra". Così Immacolata Rizzo, la madre di Noemi Durini, la sedicenne uccisa a Specchia lo scorso 3 settembre dal fidanzato 17enne reo confesso, durante i funerali della figlia nella chiesa matrice della cittadina in provincia di Lecce. "Figlia mia anche se sei morta, sei sempre con noi e la mamma sai che ti proteggerà sempre fino a quando non avrai giustizia".

"Ora che i fatti sono in via di accertamento e la triste verità si è fatta strada - dice il vescovo della diocesi di Ugento, monsignor Vito Angiuli -, la comunità cristiana si rivolge innanzitutto a voi, cari genitori e familiari di Noemi. Sì, vi comprendiamo. Sappiamo che in un momento tragico come questo è difficile tenere a freno il rancore e l'amarezza".

"Il lutto può generare torpore e stordimento, ricerca affannosa nei ricordi e nella memoria di ogni piccolo tratto della persona amata, desiderio di incontrarla nuovamente nei luoghi che frequentava", ha aggiunto. "E possibile, forse, nutrire sentimenti di astio e di risentimento nei riguardi di chi ha portato via troppo presto vostra figlia'', ha evidenziato il vescovo Angiuli. ''E difficile elaborare il lutto di una figlia morta ancora adolescente, in un'età così giovane. E un evento destabilizzante e devastante. Vanno in frantumi il futuro, i sogni, i progetti. Muore una parte della vostra vita".

"Dove eravamo noi quando Noemi aveva bisogno di aiuto? Ce lo siamo chiesto mille volte. Perché non abbiamo capito? Perché non abbiamo saputo? Perché non siamo intervenuti quando si poteva fare qualcosa? Io credo che ognuno di noi si sia posto questo interrogativo . Perdonaci Noemi se ti abbiamo lasciato sola, se quando nella bellezza della spensieratezza dei tuoi 16 anni non abbiamo capito il tuo bisogno di aiuto". Così il sindaco d Specchia, in provincia di Lecce, Rocco Pagliara, al termine dei funerali di Noemi Durini, la ragazza di 16 anni uccisa dal suo fidanzato. "La morte di Noemi non può e non deve essere una morte inutile", ha aggiunto. "Noemi ci ha lasciato una grande responsabilità: quella di lottare per lei, di chiedere giustizia per lei ma soprattutto quella di non permettere mai più che una donna, una madre, una figlia subisca un'azione violenta di qualsiasi genere. Proprio per questo voglio esortare tutte le donne e le ragazze ad aprire gli occhi, ad essere vigili, a rendersi conto sin dalle prime avvisaglie che non si può accettare in alcun modo nemmeno il primo schiaffo o la violenza verbale che - ha ricordato Pagliara - umilia, denigra e uccide mille volte una donna rendendola insicura e fragile".

Intanto secondo l'autopsia sul corpo della giovane, Noemi presenta lesioni multiple ma, essendo estremamente decomposto ed essendo stato colonizzato da molte larve durante i 10 giorni in cui è rimasto all'aperto, semicoperto da alcune pietre in un uliveto di Castrignano del Capo, i medici legali non possono esprimersi su quali di queste lesioni abbiano determinato realmente il decesso.

Occorrerà studiare la vitalità di tutte le lesioni e aspettare, a questo fine, l'esito di ulteriori analisi che sono state già programmate (analisi sulle larve per la determinazione dell'epoca della morte, che tuttavia dovrebbe coincidere con il momento della scomparsa; esami istologici sugli organi; analisi del dna).

L'autopsia, compiuta dal medico legale dell'ospedale 'Vito Fazzi' di Lecce, Roberto Vaglio, incaricato dalla Procura dei minorenni di Lecce, alla presenza del consulente della famiglia, il professor Francesco Introna, ha confermato quanto già accertato nel corso del primo esame cadaverico: ci sono lesioni al capo e al collo ma ce ne sono anche in altre parti del corpo.

L'esame autoptico ha confermato l'assenza di fratture craniche. Alla luce di tutto questo i medici legali non si esprimono sull'arma che sarebbe stata utilizzata per il delitto, per il riserbo chiesto dalla Procura della Repubblica.

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