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Omicidio poliziotto Agostino, ergastolo per il boss Nino Madonia

19 marzo 2021 | 14.08
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La sentenza dopo quasi 32 anni

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Oggi è un giorno di grande gioia per me... Mi dispiace solo che oggi non c'è mia moglie con me". Vincenzo Agostino fa fatica a parlare. E' appena uscito dall'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo dove è stata emessa la sentenza per l'omicidio del figlio, Nino Agostino, poliziotto, e della nuora, Ida Castelluccio, in attesa di un figlio. Il giudice ha condannato all'ergastolo, a 32 anni dall'omicidio, il boss Nino Madonia e rinviato a giudizio il boss Gaetano Scotto e un altro uomo, Francesco Paolo Rizzuto. Adesso Agostino, che dal giorno del duplice omicidio non ha mai tagliato la barba, parla anche dei mandanti del delitto: "Mi auguro che anche i mandanti possano essere condannati, mi auguro che gli esecutori parlino e dicano la verità così si toglierebbero un peso". Per Agostino "questa sentenza è solo un inizio di verità, perché le stragi di Palermo sono partite dall'omicidio di mio figlio". E ricorda quando Giovanni Falcone "venne alla camera ardente a dire: 'Io devo la mia vita a questi ragazzi'".

Vincenzo Agostino si augura adesso, che a distanza di 32 anni, "qualcuno che conosce tutta la verità parli". "Perché ci sono tre persone ancora in vita che possono parlare - dice - hanno un potere in Italia, comandano, mi auguro che emergano". Ma alla richiesta dei nomi dice: "Non li posso fare, ma sono tre che ricoprono un ruolo istituzionale importantissimo. Loro possono sapere quello che ha lasciato scritto mio figlio, che hanno letto la lettera che era nell'armadio". E si riferisce agli "appunti che hanno fatto sparire".

"Quello di oggi non è solo il primo passo, è il passo finale di un percorso difficile e tortuoso in cui la verità si sapeva e gli apparati dello Stato rifiutavano di riconoscerla, perché certi apparati dello Stato erano complici del duplice assassinio. Finalmente grazie ai monumentali sforzi dei genitori di Nino Agostino, della Procura generale e della Dia, per una volta mi viene da dire che oggi la giustizia è riuscita a tenere insieme terra e cielo" dice l'avvocato Fabio Repici, legale di parte civile della famiglia Agostino. Repici parla di "criminali depistaggi posti in essere da personaggi che saranno da noi chiamati, tutti coloro che sono ancora vivi, a testimoniare nel dibattimento a carico di Gaetano Scotto e Francesco Paolo Rizzuto".

Nell'omicidio del poliziotto Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio si sono "visti depistaggi come davvero raramente si erano visti nella storia d'Italia" afferma il legale. "Fino alla distruzione perfino delle parole di Nino Agostino che prima di morire testimoniava le parole per cui sarebbe stato ucciso", dice. "E i complici si sono adoperati di nascondere le prove che lo stesso Nino Agostino aveva precostituito", aggiunge Repici. E annuncia che al processo a carico del boss Gaetano Scotto e di Francesco Paolo Rizzuto "chiamerò a deporre" i rappresentanti di diverse istituzioni, tra cui "della Polizia di Stato, dell'Alto Commissariato antimafia e del Sisde".

(di Elvira Terranova)

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