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Omicidio Regeni, Casini: "Se l'Egitto non collabora fermiamo i turisti"

10 aprile 2016 | 10.16
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Pier Ferdinando Casini
Pier Ferdinando Casini

Se L'Egitto non collabora sul caso Regeni, dopo il richiamo dell'ambasciatore al Cairo, ed " esaurito l'elenco delle misure simboliche, bisognerà adottarne di nuove. Per esempio, si potrebbe inserire l'Egitto nella 'lista nera' dei paesi pericolosi compilata dalla Farnesina, sconsigliarlo come meta per i nostri turisti e ricercatori". E' l'avvertimento di Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Esteri del Senato che, in un'intervista a 'Il Messaggero', sostiene: "la vicenda di Giulio dimostra proprio questo: che nessuno può sentirsi più al sicuro in Egitto".

Quanto al richiamo dell'ambasciatore, Casini commenta: "Renzi ha difeso il decoro della nazione". "Noi italiani siamo tristi di questa decisione perché siamo, ci sentiamo, amici dell’Egitto, lo consideriamo un partner essenziale". Ma - afferma il senatore - "siamo anche delusi: per due mesi siamo stati deliberatamente presi in giro con l’invenzione di verità di comodo presto rivelatesi improbabili, con un depistaggio perfino nei confronti dei nostri magistrati. Gli egiziani hanno sbagliato a considerare la visita a Roma poco più che una scampagnata".

Sulle eventuali misure da adottare nei riguardi dell'Egitto, il presidente della Commissione Esteri di Palazzo Madama spiega che ciò avverrà "se nell’arco dei prossimi giorni non ci saranno risposte positive dal Cairo". E ancora: "Il regime egiziano e Al Sisi rischiano di sottovalutare la situazione, di non capire che da quello che forse considerano un granellino può venire giù una valanga. Il caso Regeni è solo la goccia che fa traboccare il vaso rispetto ad altri comportamenti egiziani poco convincenti".

"Chiediamo che la Ue su questa vicenda - prosegue Casini - sia corresponsabile con l’Italia. L'Europarlamento l’ha già fatto con una mozione. Federica Mogherini ha un’occasione irripetibile per dare un contributo da commissario europeo. Le parole sono tante, ora bisogna passare ai fatti".

"Nello scontro tra due paesi amici a perdere sono entrambi - ammette il senatore - anche se l’Egitto ha da perdere più di noi. La contabilità di ciò che si può perdere non può però farci arretrare davanti ai valori indisponibili. Pur nel naturale cinismo della politica estera, che notoriamente non è un ballo per dilettanti, gli europei devono saper riconoscere i confini da non superare. Regeni è l’Italia, e la verità su Giulio è un valore insuperabile".

Renzi dice che non finirà come con i marò: "Il rischio purtroppo c’è, perché le decisioni non dipendono solo da noi. Il governo sta mettendo tutta la determinazione, ma il pericolo che ci si vada a impantanare come con l’India esiste. E proprio considerando la relazione esemplare che c’era tra Italia ed Egitto, ulteriori reticenze da parte egiziana fotograferebbero un regime che non può permettersi alcun atto di verità. Da amici di Al Sisi diciamo: attento, i tuoi tanti nemici traggono alimento da questa vicenda per delegittimarti". Infine, su eventuali ulteriori sanzioni, Casini cita come "concreto" anche "il blocco di nuovi accordi commerciali e economici", e "per l'Egitto sarebbe un dato negativo operare nel Mediterraneo in una condizione di freddezza con un paese come l’Italia. Tanto più se l’Unione Europea sarà compartecipe delle nostre decisioni", conclude.

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