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Omicidio Sacchi, parla un amico di Del Grosso

21 settembre 2020 | 12.58
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L’amico d’infanzia sentito in aula come testimone: ’"Mi disse che non voleva uccidere, mimò di sparare verso basso". Gli dissi di andarsi a costituire ma aveva paura"

(Foto dal profilo Facebook)
(Foto dal profilo Facebook)

"Ho incontrato Valerio Del Grosso il giorno dopo l’omicidio. Ci siamo visti a Tor Sapienza e mi ha detto che la sera prima aveva fatto una sciocchezza, che non pensava di averlo ucciso. Ha detto che non aveva mai avuto un’arma in mano prima e ha mimato il gesto di sparare verso il basso, verso il marciapiede". A raccontarlo in aula sentito come testimone un amico d’infanzia di Valerio Del Grosso nel processo davanti alla prima Corte d'Assise di Roma per l'omicidio di Luca Sacchi , ucciso nella notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub nella zona di Colli Albani.

A processo con rito ordinario ci sono Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, i due ventenni di San Basilio accusati di essere autori materiali dell'aggressione, Marcello De Propris, che consegnò l'arma del delitto, il padre di quest'ultimo, Armando, accusato della detenzione della pistola, e Anastasiya, coinvolta nella seconda tranche dell'inchiesta, per la violazione della legge sugli stupefacenti in relazione al tentativo di acquisto di 15 chili di droga.

"La sera in cui ci siamo incontrati insieme ad altre persone aveva le lacrime agli occhi, stava male - ha detto il testimone in aula - non ce la faceva neanche a parlare, aveva paura a dirlo alla sua famiglia e fui io a dirlo a suo fratello. Io ho consigliato a Del Grosso di consegnarsi alle forze dell’ordine ma la paura lo ha frenato. So che in quel periodo aveva problemi con la ex compagna, era legatissimo al figlio, andava dallo psicologo e assumeva farmaci".

"Oggi nel processo per l’omicidio di Luca Sacchi è stato ascoltato, come teste, un carabiniere che parlando dell’incontro avvenuto il 12 ottobre tra un soggetto noto agli inquirenti perché indagato per traffico di stupefacenti e Giovanni Princi ha riferito che Luca non ebbe alcun ruolo", riferiscono inoltre i legali della famiglia Sacchi, Armida Decina e Paolo Salice.

"Il teste in aula ha spiegato che Luca è rimasto - affermano i legali - lontano 2-3 metri ed era totalmente disinteressato a ciò che i due si dicevano: è l’ennesima prova dell’estraneità di Sacchi dal mondo della droga".

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