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Omicidio Sacchi, amico di Luca: "Quella sera Anastasiya gli disse 'Tutto ok'"

16 dicembre 2019 | 12.55
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Il testimone: "Percepito che facevano qualcosa di poco lecito". Il tribunale del Riesame si riserva di decidere in merito alle istanze presentate dalla fidanzata della vittima e da Princi

Luca Sacchi (Foto da Facebook)
Luca Sacchi (Foto da Facebook)

"Anastasiya ha detto a Luca 'Tutto a posto'. Luca non ha detto nulla ma ha annuito con la testa. Io non ho chiesto nulla". E' quanto ha riferito ai pm, lo scorso 6 dicembre, sentito come persona informata sui fatti, Domenico Costanzo Marino Munoz. Il verbale di Munoz, che il giorno dell'omicidio di Luca Sacchi - il 24enne ucciso con un colpo di pistola alla testa davanti a un pub nella zona di Colli Albani a Roma nella notte tra il 23 e il 24 ottobre scorso - era sul posto, è stato depositato dalla Procura in occasione dell'udienza davanti al tribunale del Riesame.

Munoz ha ricordato cosa è accaduto poco prima che Valerio Del Grosso sparasse a Sacchi. "Giovanni Princi (amico di Luca e arrestato per il tentato acquisto di droga, ndr) ci ha salutato sul marciapiede di via Bartoloni mentre eravamo presenti io, Luca ed Anastasia". La fidanzata di Luca quindi "si è allontanata. Non  ho visto cosa facesse perché si trovava alle nostre spalle e avrà detto qualcosa a Luca che io non ho percepito. Anastasiya aveva lo zaino in spalla e credo che sia tornata in dietro verso via Latina, ma non l'ho vista perché io e Luca avevamo già svoltato l'angolo su via Mommsen. La fidanzata di Luca dopo circa due minuti ci ha raggiunti e ha detto a lui: 'tutto a posto!'".

"La sera dell'aggressione ho percepito che Luca, Anastasia, Giovanni Princi e le persone notate in via Latina stavano facendo qualcosa di poco lecito e, come da mia abitudine, ho preferito farmi i fatti miei", ha detto ancora ai pm Munoz. "Da quello che ho appreso durante questo periodo dai giornali ritengo molto verosimile che la sera dell'aggressione Luca, Anastasia, Princi, i due soggetti conosciuti da quest'ultimo e probabilmente i due aggressori, avessero concordato una cessione o l'acquisto di sostanze stupefacenti. Non penso proprio - ha aggiunto - che nella nostra passione della moto qualcuno abbia fatto traffico di moto o parti di esse, rubati. Anzi lo escludo".

"Dopo la morte di Luca ho deciso di allontanarmi dagli amici perché, una sera dopo, Giovanni Princi mi ha detto di voler passare la serata con me per 'soffrire' la morte di Luca insieme, ma io palesando la voglia di stare solo con la mia fidanzata, ho declinato l'invito. La verità è che avevo intenzione di non incontrare Princi perché ho percepito che lui aveva avuto un ruolo nella vicenda criminale che ha portato alla morte di Luca", ha detto ancora l'amico di Luca il quale ha affermato inoltre di aver avuto "paura di una eventuale ritorsione da parte dei criminali che mi avevano visto lì con Luca e che avevano puntato la pistola anche nella mia direzione, sebbene non proprio nei miei confronti". Poi un'altra informazione: "So che Luca ed Anastasiya avevano intenzione di convivere in un appartamento con Princi e la sua fidanzata. Ricordo che loro avevano visto già qualche appartamento. Che io sappia non lo avevano ancora trovato".

Nel frattempo il tribunale del Riesame di Roma si è riservato di decidere in merito alle istanze presentate dalle difese di alcuni indagati. A presentare istanza di attenuazione delle misure cautelari sono state le difese di Anastasiya, la fidanzata di Sacchi indagata per il tentato acquisto di droga e sottoposta a obbligo di firma, e Giovanni Princi, amico di Luca, accusato di aver fatto da mediatore con i pusher di San Basilio, attualmente in carcere. Ha invece rinunciato all’udienza davanti al tribunale della libertà Valerio Del Grosso, in carcere per l’omicidio con Paolo Pirino.

"C'è una parte della ricostruzione che riguarda la dinamica dei fatti che è erronea. Aspettiamo con fiducia la decisione del tribunale della libertà". Così l'avvocato Giuseppe Cincioni, difensore di Anastasiya Kilemnik al termine dell'udienza del Tribunale del Riesame che si è riservato di decidere in merito alla richiesta di annullamento dell'obbligo di firma a cui è stata sottoposta la 24enne.

"Gli indizi non sono chiari, precisi e concordanti. La misura non è adeguata alla situazione. Il mio assistito è incensurato e non ha precedenti. Questo processo è ancora tutto da fare, non c'è ancora nulla di consolidato sotto l'aspetto probatorio". Così Massimo Pineschi, difensore di Giovanni Princi, che aggiunge: "E' provato, è un ragazzo giovane che si trova in carcere. Non sta bene ed è molto dispiaciuto per la morte di un amico. Questa è una vicenda che lo ha fortemente segnato sotto il profilo umano".

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