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Omicidio Varani, Marco Prato: "Non l'ho ucciso, io volevo salvarlo"

09 dicembre 2016 | 18.28
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Marco Prato (Fotogramma)
Marco Prato (Fotogramma)

E' stato un lungo interrogatorio durato cinque ore quello di Marco Prato per ribadire : "Non ho ucciso Luca Varani", e dichiarare: "Luca lo volevo salvare ma mi ha bloccato la veemenza di Foffo che io amo, sono succube della sua personalità", ha aggiunto poi di essere stato bloccato quando Foffo si è scagliato contro Varani.

Difeso dall'avvocato Pasquale Bartolo, Marco Prato, che aveva sollecitato l'incontro con il pubblico ministero Francesco Scavo, durante l'interrogatorio non ha risparmiato le accuse a Manuel Foffo scegliendo per sé un ruolo marginale. In particolare secondo la sua versione fu Manuel a colpire con il martello Varani che, dopo l'omicidio pensava di trasportare al Circeo dove sarebbe stato sepolto. Secondo Prato poi quella che doveva essere una festa, un'orgia è diventato un feroce omicidio sempre per colpa di Manuel Foffo.

Aggiungendo particolari al suo racconto Prato ha ricordato di essere stato lui a prendere contatto con Varani proprio per combinare il gioco erotico poi diventato delitto. E' stato invece Foffo a somministrare a Varani il farmaco Alcover usato per curare le depressioni dopo che lo aveva aggredito in maniera violenta.

Parlando poi della presenza di tracce del suo dna sul martello e il coltello usati per uccidere Varani, Prato ha affermato che la traccia è rimasta perché Foffo dopo il delitto gli disse che doveva ripulire il martello e il coltello e probabilmente la presenza della traccia è derivata dal fatto d'aver toccato quegli strumenti.

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