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Oms, l'ultima delle agenzie Onu sotto attacco di Trump

15 aprile 2020 | 16.17
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La decisione di Donald Trump di sospendere i finanziamenti all'Oms in piena pandemia di Covid-19 ha lasciato basita la comunità internazionale, ma è perfettamente in linea con l'ostilità che il presidente americano ha sempre nutrito nei confronti delle istituzioni multilaterali, e l'Onu in particolare. Il capo della Casa Bianca ha già tagliato i fondi al'Unwra, l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, ed ha portato gli Stati Uniti fuori dall'Unesco e dal Consiglio Onu per i diritti umani.

Fin dal suo insediamento nel 2017, Trump si è posto come alfiere di una dottrina sovranista del 'patriottismo' contro quella del 'globalismo', puntando in particolare il dito contro l'Onu. La prima 'vittima' di Trump è stato il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa), che gli Stati Uniti hanno smesso di finanziare nel 2017 con l'argomento che sosteneva gli aborti forzati in Cina, cosa che il Fondo ha sempre smentito.

Nel 2018, Trump ha tagliato tutti i fondi destinati all'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, di cui gli Stati Uniti erano uno dei principali donatori. La sua decisione, legata alle tensioni con i palestinesi in seguito alla decisione di spostare l'ambasciata americana a Gerusalemme, ha messo a rischio l'esistenza stessa dell'Unwra. Non contento Trump ha tagliato anche 200 milioni di dollari di aiuti per Gaza nell'ambito di un programma dell'UsAid, la cooperazione americana.

Nel 2019, il governo americano ha congelato il suo contributo all'Organizzazione dell'aviazione civile internazionale (Icao), chiedendo maggiore trasparenza nelle sue operazioni. Inoltre Trump ha annunciato di voler rivedere tutti i finanziamenti versati all'Onu, per verificare che vi sia una giusta condivisione delle responsabilità. In caso di operazioni di pace, ha avvertito, gli Stati Uniti non copriranno mai più di un quarto dei costi.

Trump non ha soltanto sospeso l'erogazione di fondi ad agenzie Onu, ma ne è anche uscito. Nel 2018 gli Stati Uniti si sono i ritirati dall'Unesco, l'agenzia Onu per la tutela del patrimonio culturale, e dall'Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani. In entrambi i casi, Trump ha motivato la sua decisione con il pregiudizio anti israeliano in queste due agenzie, dalle quali è uscito anche lo Stato ebraico.

Trump ha lasciato anche diversi accordi negoziati a livello internazionale. Nel 2017 ha abbandonato i negoziati per il Patto sulle migrazioni sostenuto dall'Onu ed è uscito dagli accordi di Parigi per contrastare i cambiamenti climatici. Nel 2018 gli americani si sono infine ritirati dall'accordo sul nucleare con l'Iran di cui erano uno dei firmatari.

Diffidente verso ogni organizzazione multilaterale, Trump non ha mai nascosto il suo scarso entusiasmo verso l'Unione Europea, complimentandosi apertamente con la Gran Bretagna per la Brexit. Ha attaccato più volte il Wto, l'Organizzazione mondiale per i commercio, a cui pure minaccia di tagliare i fondi. Ai vertici della Nato i suoi interventi riguardano praticamente solo le accuse ai partner di non versare abbastanza contributi. E nel giugno 2018, Trump lasciò in anticipo il summit del G7 in Canada senza appoggiare la dichiarazione finale.

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