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Open Arms, iniziato trasbordo migranti su nave quarantena

14 novembre 2020 | 13.20
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E' iniziato il trasferimento dei migranti soccorsi dalla Open Arms sulla nave quarantena che si trova di fronte le coste di Trapani. A bordo dell'imbarcazione della Ong spagnola ci sono complessivamente 253 persone, tra cui anche i superstiti del naufragio avvenuto mercoledì scorso. "Finalmente finisce la loro odissea in mare. Che l'Europa garantisca loro una vita libera e serena, quella che ciascun essere umano ha il diritto di avere", scrive su Twitter Open Arms.

Intanto, sono più di cento i morti in due giorni nel Mediterraneo. "Per i migranti non esiste alcuna missione di ricerca e soccorso comune e, con il pretesto del Covid-19, i governi ostacolano le organizzazioni della società civile che operano in mare, camuffando tali decisioni come politiche di tutela della salute pubblica. E' l'accusa di Rossella Miccio, presidente di Emergency, che si legge in un articolo pubblicato su 'Domani', a firma di Vanessa Ricciardi. Per Giorgia Linardi, portavoce della Ong tedesca Sea-Watch "non c’è differenza con il precedente governo, quello con Salvini".

Dopo gli ultimi soccorsi tra mercoledì e giovedì, la Ong spagnola Open Arms, che collabora con Emergency, l'unica attualmente attiva nel Mediterraneo centrale, non potrà svolgere operazioni di salvataggio per alcuni giorni. In Italia, ricorda l'articolo, sono sei le navi fermate dalle ispezioni della Guardia costiera. Secondo la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, le navi delle Ong sono state fermate perché "avevano aspetti tecnici che potevano costituire un pericolo anche se avessero prestato soccorso in mare a chi ne avesse avuto bisogno". Per Linardi è una scelta deliberata: "Non c’è collaborazione ma c’è assoluto ostruzionismo, nei fatti questo governo tanto quanto il precedente sta bloccando la nostra azione, altrimenti si assicurerebbe di mandare tutti i soccorsi possibili". Le associazioni hanno tentato di parlare con la ministra Lamorgese: "Abbiamo avuto degli scambi con il ministero dell’Interno nei mesi successivi all’insediamento, avevamo aperto un canale di dialogo per capire se si fosse insediato su presupposti differenti, ma non hanno portato a nulla".

"La perdita di vite umane nel Mediterraneo è una manifestazione dell'incapacità degli stati di intraprendere un'azione decisiva per dispiegare un sistema di ricerca e soccorso quanto mai necessario in quella che è la rotta più mortale del mondo", ha detto Federico Soda, capo missione dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni Libia, che ha aggiunto: "Migliaia di persone vulnerabili continuano pagare il prezzo dell'inazione, sia in mare sia sulla terraferma". Secondo l’Oim quest'anno sono almeno 900 le persone che sono annegate nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere le coste europee, alcune a causa di ritardi nei soccorsi. Più di 11.000 altri migranti sono stati riportati in Libia.

L’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini resta della convinzione che "meno gente parte, meno gente rischia, chi fa politica dei porti aperti, incentivando le partenze, aumenta la probabilità di tragedie". Rispetto al governo precedente, osserva Linardi l’atteggiamento è lo stesso: "Restano il pregiudizio e la minaccia sanzionatoria". E lo dimostra il decreto immigrazione, attualmente in discussione in Parlamento: "Hanno abbassato la multa da un milione di euro a 50 mila euro per l’ingresso in acque italiane non autorizzato. E si è passati dal piano amministrativo a quello penale, il giudice esaminerà se ci sono i presupposti: ma non toglie il principio: si ritiene che possa essere una minaccia alla sicurezza e all’ordine pubblico. Una situazione lesiva della dignità di un paese".

Miccio dice: "Chiediamo con forza che i governi dell’Unione Europea si assumano la responsabilità di un programma strutturato di ricerca e soccorso in mare, potendo contare anche sulla collaborazione delle Ong. Nel Mediterraneo si muore, il soccorso è un dovere primario degli stati, e l’Europa deve smettere di voltarsi vergognosamente dall’altra parte".

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