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Open, "Fondazione sembra aver agito da articolazione di partito"

30 gennaio 2020 | 19.19
LETTURA: 3 minuti

E' quanto scrivono i giudici del Tribunale del Riesame di Firenze nelle motivazioni della sentenza di rigetto del ricorso presentato dai legali di Marco Carrai

Marco Carrai (Fotogramma)
Marco Carrai (Fotogramma)

La Fondazione Open "appare aver agito da 'articolazione' di partito politico, in quanto vi sono i riferimenti alle 'primarie dell'anno 2012', al 'comitato per Matteo Renzi segretario', alle ricevute di versamento da parlamentari" e "ha rimborsato spese a parlamentari e ha messo a loro disposizione carte di credito e bancomat", inoltre "gli esiti dell'attività investigativa svolta evidenziano significativi intrecci tra prestazioni professionali rese dall'avvocato Bianchi e da suoi collaboratori e finanziamenti alla Fondazione Open", pertanto "risultava necessario, al fine di compiutamente vagliare le condotte attribuite all'indagato" Marco Carrai, "accertare quali fossero stati, nel dettaglio, i rapporti instauratisi tra Fondazione Open e i soggetti finanziatori di tale Fondazione". 

E' quanto scrivono i giudici del Tribunale del Riesame di Firenze nelle motivazioni della sentenza di rigetto del ricorso presentato dai legali di Marco Carrai, indagato per l'ipotesi di reato di finanziamento illecito ai partiti nell'inchiesta della procura di Firenze sulla Fondazione Open, confermando il decreto di perquisizione e sequestro di documenti e supporti informatici disposto dalla procura fiorentina ed eseguito dai militari della guardia di finanza il 26 novembre scorso. Il Tribunale del Riesame aveva rigettati anche i ricorsi presentati da alcuni imprenditori perquisiti senza essere indagati in qualità di finanziatori della Fondazione Open.
Aveva invece rinunciato a un nuovo ricorso al riesame l'avvocato Antonio D'Avirro, difensore dell'altro indagato, l'ex presidente di Open Alberto Bianchi, per il quale la procura fiorentina ipotizza i reati di traffico d'influenze e finanziamento illecito ai partiti. Lo studio di Bianchi era già stato perquisito dalle fiamme gialle lo scorso mese di settembre, e Il 24 ottobre scorso il tribunale del riesame aveva respinto la richiesta dissequestro.

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