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Orlando in pressing su salario minimo e rappresentanza, dialogo ma no fermi

18 gennaio 2022 | 19.14
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Orlando in pressing su salario minimo e rappresentanza, dialogo ma no fermi

Orlando in pressing su sindacati e imprese per un accordo sul salario minimo e la rappresentanza con cui cercare di ridimensionare la piaga del lavoro povero. L'occasione di rilanciare la palla nel campo di Cgil Cisl Uil e Confindustria, da sempre freddi all'ipotesi di un intervento per legge che fissi l'asticella del salario minimo e fortemente indecisi invece sulla partita con cui pesare la 'forza' di confederazioni e aziende ai tavoli di contrattazione, è il Rapporto 2021 della Task Force del ministero sul lavoro povero in Italia.

Un dossier dai numeri preoccupanti : 1 lavoratore su 10 in Italia, si legge, è povero e circa un quarto ha una retribuzione individuale bassa. Un fenomeno che risulta ancora più marcato anche nella comparazione con gli altri stati europei: nel 2019 l’11,8% dei lavoratori italiani era povero, contro una media Ue del 9,2%. Contro questa situazione che il Covid aggrava fino alla emergenza sociale, dunque, e per provare a bypassare lo stallo in cui è finito il confronto tra sindacati, imprese e governo, la Commissione del ministero del Lavoro rilancia una nuova proposta sperimentale: prevedere un salario minimo per legge o di griglie salariali basate sui contratti collettivi, dunque, solo nei settori di maggior crisi, in un numero limitato di settori .

Certo, si legge ancora nel dossier, "un intervento parziale e non esente da problemi e complessità" che permetterebbe però di dare una prima risposta in quei settori in cui la situazione è più urgente lasciando il tempo al dibattito politico e sociale di maturare una conclusione. Una proposta che Orlando condividerà già da domani con Cgil, Cisl e Uil convocate sul lavoro di qualità mentre sul fronte della rappresentanza, dove tutto è gia stato in sostanza deciso dalle parti sociali nel famoso accordo sulla riforma del modello contrattuale, il ministro profila un imminente "confronto rapido" su cui riferirà in tempi brevi al governo.

"Sul lavoro povero non si può restare fermi, non si può rimanere senza fare niente, i numeri della povertà lavorativa sono imponenti e continuare a dire che non si vuole mettere mano a nessun intervento sulla rappresentanza e sul salario minimo ci condanna ad uno stallo. Restare fermi significa accettare l'idea del lavoro povero che è u'idea che nessuno deve accettare: la condizione di lavoratore povero è la più ingiusta e negativa", spiega ancora Orlando.

Nessuna fuga in avanti però, rassicura, anche se l'intenzione ' quella di accelerare i tempi: il metodo resta"quello del dialogo sociale" già sperimentato con lo smart working "ma non c'è da prendersela troppo con calma", commenta ancora. La rappresentanza, per legge o per contratto, parla di "norme pacificamente approvabili: non posso pensare che ci siano persone contrarie ad introdurre elementi di trasparenza". E sul salario minimo la discussione andrà fatta prima che la direttiva Ue in procinto di essere votata approdi in Parlamento.

"L'imminenza della direttiva cresce con il passare del tempo. Serve dare una risposta ai numeri che emergono. Ed e' urgente definire le posizioni tra le parti sociali in vista del passaggio parlamentare: non c'è da prendersela troppo con calma, anche perché è molto tempo che si discute. La direttiva non dico che ci costringe a sciogliere tutti i nodi ma molte questioni si", conclude.

Avere un lavoro dunque non basta per non essere poveri, spiega la Commissione che mette sul tavolo, all'interno della strategia complessa necessaria ad affrontare la questione, anche la necessità di creare un sostegno economico che integri i redditi dei lavoratori poveri: il cosiddetto 'in-work benefit' con cui aiutare chi si trova in difficoltà economiche incentivando il lavoro regolare. Uno strumento, si legge, con cui di fatto, assorbire gli 80 euro, ora bonus dipendenti, e la disoccupazione parziale per arrivare ad uno strumento unico , di facile accesso e coerente con il Rdc e il nuovo Assegno unico. (Alessandra Testorio)

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