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Orso trentino, bufera sull'ordinanza per abbattimento

25 giugno 2020 | 15.38
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Il ministro Costa valuta l'impugnazione dell'ordinanza, mentre Legambiente dà mandato ai propri legali di denunciare Fugatti per 'delitto tentato' e 'uccisione senza necessità'

Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa
Il ministro dell'Ambiente Sergio Costa

L'ordinanza con cui il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, dà mandato al Corpo forestale provinciale di identificare e procedere con l'abbattimento dell'orso responsabile dell'incidente in valle di Non che ha coinvolto padre e figlio, non è piaciuta. Non è piaciuta al ministro dell'Ambiente Sergio Costa che la valuta "impulsiva", si dice contrario e annuncia: "Stiamo valutando i presupposti giuridici per una eventuale impugnazione". E non piace a Legambiente che dà mandato ai propri legali di denunciare Fugatti per i reati di delitto tentato (art.56 del codice penale) e uccisione senza necessità (art. 544 bis).

Il ministro Costa ha scritto direttamente al presidente Fugatti: “Solo dopo aver raccolto informazioni scientifiche certe sull’animale coinvolto nell’incidente ai due cittadini si potranno valutare soluzioni tecniche che, a mio parere, non devono tradursi nell’abbattimento. Mi sento di esprimerti, pertanto, la mia contrarietà alla parte dell’ordinanza che hai emanato ieri, a ventiquattro ore dall’accaduto dove si invita il personale alle tue dipendenze a monitorare l’area, raccogliere elementi sull’individuo e ad ucciderlo, perché la ritengo una decisione impulsiva che non favorisce un’analisi degli elementi di contesto e aggrava lo scontro pubblico, già non semplice da gestire, sulla convivenza tra uomo e fauna selvatica negli ambienti alpini”.

“Stiamo valutando – avverte Costa - i presupposti giuridici per una eventuale impugnazione dell’ordinanza”.

Una scelta auspicata anche da Legambiente che proprio al ministro Costa chiede un intervento urgente e di "impugnare gli atti unilaterali della provincia di Trento che prevedono, come in questo caso, l'abbattimento, dell'orso". Ma nel frattempo, l'associazione decide per le vie legali e ha dato mandato ai propri legali, anche considerando che "la decisione presa dalla provincia autonoma di Trento di abbattere l’orso, che nei giorni scorsi ha aggredito due cacciatori - dice Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree Protette e Biodiversità di Legambiente - è una decisione sbagliata. La delibera del presidente Fugatti viola le norme nazionali e internazionali sulla tutela della fauna specialmente protetta e interpreta in maniera estensiva la possibilità prevista dal Pacobace (Piano d’azione interregionale per la tutela dell'orso bruno sulle alpi centro-orientali) di intervenire con azioni di controllo volte a risolvere i problemi e/o limitare i rischi connessi alla presenza di un orso problematico, poiché non spetta alla provincia decidere il tipo di intervento".

E ricorda che la reintroduzione dell'orso in Trentino è stata pagata da tutti i cittadini italiani ed europei e "il presidente della provincia di Trento non può decidere l'eliminazione degli orsi, uno dopo l'altro. Da Roma ci aspettiamo che arrivi un segnale importante per evitare una nuova e insensata condanna a morte come già successo in passato per la vicenda di Daniza2”.

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