Il ministro Costa valuta l'impugnazione dell'ordinanza, mentre Legambiente dà mandato ai propri legali di denunciare Fugatti per 'delitto tentato' e 'uccisione senza necessità'
L'ordinanza con cui il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, dà mandato al Corpo forestale provinciale di identificare e procedere con l'abbattimento dell'orso responsabile dell'incidente in valle di Non che ha coinvolto padre e figlio, non è piaciuta. Non è piaciuta al ministro dell'Ambiente Sergio Costa che la valuta "impulsiva", si dice contrario e annuncia: "Stiamo valutando i presupposti giuridici per una eventuale impugnazione". E non piace a Legambiente che dà mandato ai propri legali di denunciare Fugatti per i reati di delitto tentato (art.56 del codice penale) e uccisione senza necessità (art. 544 bis).
Il ministro Costa ha scritto direttamente al presidente Fugatti: “Solo dopo aver raccolto informazioni scientifiche certe sull’animale coinvolto nell’incidente ai due cittadini si potranno valutare soluzioni tecniche che, a mio parere, non devono tradursi nell’abbattimento. Mi sento di esprimerti, pertanto, la mia contrarietà alla parte dell’ordinanza che hai emanato ieri, a ventiquattro ore dall’accaduto dove si invita il personale alle tue dipendenze a monitorare l’area, raccogliere elementi sull’individuo e ad ucciderlo, perché la ritengo una decisione impulsiva che non favorisce un’analisi degli elementi di contesto e aggrava lo scontro pubblico, già non semplice da gestire, sulla convivenza tra uomo e fauna selvatica negli ambienti alpini”.
“Stiamo valutando – avverte Costa - i presupposti giuridici per una eventuale impugnazione dell’ordinanza”.
Una scelta auspicata anche da Legambiente che proprio al ministro Costa chiede un intervento urgente e di "impugnare gli atti unilaterali della provincia di Trento che prevedono, come in questo caso, l'abbattimento, dell'orso". Ma nel frattempo, l'associazione decide per le vie legali e ha dato mandato ai propri legali, anche considerando che "la decisione presa dalla provincia autonoma di Trento di abbattere l’orso, che nei giorni scorsi ha aggredito due cacciatori - dice Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree Protette e Biodiversità di Legambiente - è una decisione sbagliata. La delibera del presidente Fugatti viola le norme nazionali e internazionali sulla tutela della fauna specialmente protetta e interpreta in maniera estensiva la possibilità prevista dal Pacobace (Piano d’azione interregionale per la tutela dell'orso bruno sulle alpi centro-orientali) di intervenire con azioni di controllo volte a risolvere i problemi e/o limitare i rischi connessi alla presenza di un orso problematico, poiché non spetta alla provincia decidere il tipo di intervento".
E ricorda che la reintroduzione dell'orso in Trentino è stata pagata da tutti i cittadini italiani ed europei e "il presidente della provincia di Trento non può decidere l'eliminazione degli orsi, uno dopo l'altro. Da Roma ci aspettiamo che arrivi un segnale importante per evitare una nuova e insensata condanna a morte come già successo in passato per la vicenda di Daniza2”.