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Orti urbani in aumento, si risparmia e si difende territorio

07 marzo 2014 | 19.35
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Negli ultimi 10 anni la coltivazione di orti urbani si è rapidamente diffusa in Italia, con cittadini di tutte le età che scelgono di produrre da sé le verdure. Per fare il punto sullo stato dell'arte e le prospettive del fenomeno il 22 marzo la fiera Vita in Campagna ospiterà il convegno ''Gli orti comunali: un fenomeno sociale in continua espansione'' presso il Centro Fiera del Garda a Montichiari.

''Gli orti urbani costituiscono un'eccellente occasione per valorizzare e promuovere il territorio. Al nostro progetto nazionale aderiscono decine e decine di grandi città italiane, tra i comuni più operosi segnalo Padova, Genova e Otranto'', dichiara Fabrizio Montepara, presidente di ResTipica, l'associazione costituita dall'Anci e dalle associazioni nazionali delle Città di Identità per la promozione e la valorizzazione del patrimonio enogastronimico, ambientale, culturale e turistico dei Comuni aderenti.

A incidere nell'aumento di città che hanno aderito al progetto sembrerebbe essere stata in particolar modo la crisi economica: ''Coltivando orti urbani non solo si risparmia ma si ottengono prodotti a 'centimetro zero', che offrono una qualità garantita - aggiunge Giorgio Prosdocimi Gianquinto, docente di Orticoltura all'Università di Bologna e direttore Research Center in Urban Environment for Agriculture and Biodiversity - E se cresce il numero di cittadini interessati, notiamo un deciso aumento di operatori e tecnici ai corsi di formazione a numero chiuso, i posti vanno esauriti in tempi record''.

Un successo dovuto anche ai benefici legati alla coltivazione in gruppo di aree verdi. ''Da una parte rappresentano un'ottima occasione per le amministrazioni comunali di recuperare aree abbandonate e degradate, rendendole ordinate e produttive, strappandole alla sporcizia e all'incuria - spiega Giorgio Vincenzi, direttore di Vita in Campagna - Per gli anziani costituiscono anche un momento di aggregazione e partecipazione alla vita sociale: mentre si cura il proprio pezzo di terreno lo scambio di consigli e opinioni sono infatti all'ordine del giorno. Oltre alla funzione sociale, non va dimenticata la valenza didattica di queste iniziative''.

Secondo Cristina Bertazzoni, docente all'Università di Brescia, pedagogista ed esperta di psicosociologia di comunità, ''partecipare a un progetto di coltivazione di orti urbani permette non solo di autoprodursi frutta e verdura, con vantaggi per la tavola e il portafoglio, ma di attivare scambi di saperi frutto di un'attività agricola sviluppata giorno dopo giorno, una base eccellente per costruire valori comunitari - dice l'esperta - Va detto però che avere a disposizione un appezzamento di terra e materiali è solo il primo passo: per far funzionare l'orto urbano serve un 'animatore di comunità' che funga da stimolatore di aggregazione''.

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