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Oscar 2022, tutti i premi: vincitori e candidati 'sconfitti'

28 marzo 2022 | 08.48
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Le statuette assegnate per ogni categoria

Oscar 2022, tutti i premi: vincitori e candidati 'sconfitti'

Oscar 2022, tutti i premi: ecco i vincitori della 94esima edizione degli Academy Awards.

'I segni del cuore' infatti trionfa alla 94a edizione degli Academy Awards e porta a casa tre premi: miglior film, miglior attore non protagonista (Troy Kotsur) e miglior sceneggiatura non originale (Sian Heder). È il primo titolo distribuito da una piattaforma streaming a vincere l’Oscar per il miglior film. Insieme a 'Grand Hotel' nel 1932, 'Gigi' nel 1959 e 'Il signore degli anelli: Il ritorno del re' nel 2004, è l’unico film a ottenere tutti i premi ai quali era candidato (tre). È inoltre il secondo remake a vincere l’Oscar per il miglior film dopo 'The Departed' di Martin Scorsese. Il grande favorito della serata, 'Il potere del cane' (12 candidature), conquista soltanto l’Oscar per la miglior regia. Jane Campion, prima regista candidata per la seconda volta, è la terza donna nella storia a ottenere la statuetta in questa categoria, un anno dopo l’Oscar a Chloé Zhao. Si tratta, tra l’altro, dell’unico premio ottenuto da Netflix.

Per quanto riguarda gli altri riconoscimenti, pronostici rispettati. 'Dune' è il film più premiato della serata con 6 Oscar (fotografia, scenografia, musiche, suono, montaggio, effetti speciali). Will Smith ('King Richard - Una famiglia vincente'), Jessica Chastain ('Gli occhi di Tammy Faye'), Kotsur e Ariana DeBose ('West Side Story') si impongono tra gli interpreti. Delusione per l’Italia: restano a bocca asciutta Paolo Sorrentino ('È stata la mano di Dio' sconfitto dal favoritissimo 'Drive My Car' tra i film internazionali), Enrico Casarosa (il suo film d’animazione 'Luca' ha perso contro 'Encanto') e il costumista Massimo Cantini Parrini per 'Cyrano'.

La cerimonia, condotta con brio da Regina Hall, Amy Schumer e Wanda Sykes, è stata caratterizzata da un improvviso alterco tra Chris Rock e Will Smith, dovuto a una battuta del primo sull’alopecia di Jada Pinkett Smith, moglie del secondo. Il tanto atteso intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky non c'è stato. Era stato chiesto da una delle conduttrici della serata, Amy Schumer, ma gli organizzatori avevano sempre detto di volere tenere lontana la politica dallo spettacolo. Ieri l'attore Sean Penn, qualora non fosse intervenuto Zelensky, aveva invitato a boicottare la cerimonia che si è fermata un minuto per un tributo silenzioso all'Ucraina. Il tema è tornato soltanto con il "Viva l'Ucraina" gridato da Francis Ford Coppola sul palco per l'omaggio ai 50 anni del 'Padrino', e con le parole dell'attrice Mila Kunis, nata in Ucraina, che ha parlato dell'angoscia vissuta dalla sua terra, ma senza nominarla. Inevitabile la pioggia di critiche nei confronti dell'Academy sui social, accusata di avere lasciato fuori da una cerimonia come quella degli Oscar un tema così importante come il conflitto Russia-Ucraina.

Quanto ai riconoscimenti, 'Army of the Dead' di Zack Snyder ha vinto il premio del pubblico. L'Oscar per la Miglior regia è andato a Jane Campion per 'Il potere del cane', mentre quello per il Miglior attore protagonista a Will Smith per 'King Richard - Una famiglia vincente' e per la Miglior attrice proganista a Jessica Chastain per 'Gli occhi di Tammy Faye'. La statuetta per il Miglior attore non protagonista se l'è aggiudicata Troy Kotsur per 'I segni del cuore – Coda' che dopo Marlee Matlin, vincitrice per 'Figli di un dio minore' nel 1987 e sua partner in 'I segni del cuore – Coda', è il secondo interprete e primo uomo sordo a ricevere un Oscar. Il riconoscimento per la Miglior attrice non protagonista è andato ad Ariana DeBose per 'West Side Story', prima donna apertamente queer a ricevere un Oscar.

La statuetta per il Miglior film d'animazione va a 'Encanto' di Jared Bush e Byron Howard che batte 'Luca' dell'italiano Enrico Casarosa, segnando una seconda sconfitta per il nostro Paese dopo 'E' stata la mano di Dio' di Paolo Sorrentino come Miglior film internazionale, battuto dal giapponese 'Drive My Car' di Ryusuke Hamaguchi che porta al Giappone la quinta vittoria nella categoria dopo 'Rashomon' (1952), 'La porta dell’inferno' (1955) 'Miyamoto Musashi' (1956) e 'Departures' (2009). L'Oscar al Miglior documentario è andato a 'Summer of Soul' di Ahmir “Questlove” Thompson.

Kenneth Branagh con 'Belfast' si è aggiudicato la statuetta per la Miglior sceneggiatura originale. L'attore e regista britannico alla sua ottava nomination ha vinto il suo primo Oscar. Il riconoscimento per la Miglior sceneggiatura non originale è andato invece a Sian Heder per 'I segni del cuore – Coda' classificandosi così come la quinta donna in novantaquattro edizioni a ricevere l’Oscar in questa categoria. Greig Fraiser per 'Dune' è stato premiato per la Miglior fotografia e Patrice Vermette e Zsuzsanna Sipos, sempre per 'Dune' hanno vinto la statuetta per la Miglior scenografia. Terzo Oscar e undicesima candidatura per Jenny Beavan che si è aggiudicata il riconoscimento per i Migliori costumi di 'Crudelia', battendo l'italiano Massimo Cantini Parrini candidato per 'Cyrano'.

L'Oscar per la Miglior colonna sonora è andato ad Hans Zimmer per 'Dune' che vince per la seconda volta dopo 'Il re leone', mentre il premio per la Miglior canzone originale è stato assegnato a 'No Time to Die' di Billie Eilish e Finneas O’Connell per l'omonimo film della saga di James Bond. 'Dune' ha conquistato anche gli Oscar per il Miglior montaggio andato a Joe Walker, quello per il Miglior suono a Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill e Ron Bartlett, e per i Migliori effetti speciali a Paul Lambert, Tristan Myles, Brian Connor e Gerd Nefzer. Per i Migliori trucco e acconciature sono stati premiati Linda Dowds, Stephanie Ingram e Justin Raleigh per 'Gli occhi di Tammy Faye'.

L'Oscar per il Miglior cortometraggio è stato vinto da 'The Long Goodbye' di Aneil Karia e Riz Ahmed e quello per il Miglior cortometraggio d’animazione da 'The Windshield Wiper' di Alberto Mielgo e Leo Sanchez. La statuetta per il Miglior cortometraggio documentario è andata infine a 'The Queen of Basketball' di Ben Proudfoot.

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