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Osservatorio spesa, Veneto sta ipotecando capacità attrattive fondi europei

01 aprile 2014 | 11.33
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Osservatorio spesa, Veneto sta ipotecando capacità attrattive fondi europei

Il Veneto se l'è cavata abbastanza bene nella capacità di attrarre i fondi dei programmi comunitari della Commissione europea, ma ora appare impigrito e svogliato e sta ipotecando le chances di continuare ad attingere al portafoglio di Bruxelles nei prossimi anni. Ad accendere la 'spia' di allarme è il rapporto curato dall'Osservatorio della spesa del Consiglio regionale del Veneto sui fondi a gestione diretta della Commissione Europea per il 2012, e approvato all'unanimità dalla commissione speciale per le relazioni internazionali presieduta da Nereo Laroni.

L'Osservatorio ha messo sotto la lente i fondi erogati direttamente dalla Commissione, cioè gestiti centralmente tramite bandi e contendibili tra le 200 regioni europee; non quindi i fondi strutturali (che rappresentano l'80 per cento della 'torta' dei fondi comunitari) che sono gestiti tramite Stati e Regioni. Degli oltre 20 miliardi di euro gestiti direttamente nel 2012 dalla Commissione europea - che utilizza questa 'leva' per sostenere programmi transnazionali di ricerca, innovazione, ammodernamento trasporti, energia e cooperazione internazionale - il 'sistema Veneto' (inteso come l'insieme dei soggetti pubblici e privati che operano nella regione) è riuscito ad aggiudicarsi quasi 60 milioni, piazzandosi al 40° posto tra le 200 regioni dell'Europa dei 28 e al 6° posto tra le 35 regioni dell'area omogenea, cioè comparabili al Veneto per condizioni demografiche e socioeconomiche.

''La capacità di accedere ai bandi e di attrarre i fondi europei- spiega l'Osservatorio - può essere considerata un termometro della competitività del sistema regionale, delle sue potenzialità di innovazione e di progettazione del futuro. E se guardiamo al futuro, tenuto conto che l'Unione Europea orienta sempre più i propri fondi a sostegno di programmi di innovazione, ricerca, ambiente, cultura e formazione, il Veneto rischia di partire svantaggiato rispetto ai competitors d'Oltralpe''.

Il segnale di allarme proviene da alcuni indicatori sul capitale umano messi in fila dall'Osservatorio: solo 17 veneti su 100 hanno una laurea o un titolo superiore (in Europa la media è 28 su 100): un veneto su 5 tra i 18 e i 24 anni non studia e non lavora mentre nelle regioni austriache o tedesche solo il 5 per cento dei giovani risulta totalmente inoccupato; il tasso di occupazione femminile (55 %) lascia molto a desiderare rispetto ad Austria, Germania, Olanda, che sfiorano il 70 per cento; il sistema Veneto investe in ricerca l'1 per cento del Pil, appena la metà della media europea, un quinto delle regioni più sviluppate del Nord Europa ''La capacità di successo nel vincere i bandi della Commissione Europea - sottolinea l'Osservatorio della Spesa - è direttamente correlata alla disponibilità di forza lavoro ad alta qualificazione e alle caratteristiche del mercato del lavoro''.

''Istituzioni pubbliche e associazioni di categoria possono giocare un ruolo importante nell'investire nel capitale umano e finanziario delle imprese e nell'accompagnarle nei processi di collegamento internazionale'', ha commentato Stefano Fracasso, Pd, vicepresidente della commissione.

''La Regione non può rimanere a guardare ma deve attrezzarsi con appositi strumenti - ha proposto Laroni - per aumentare la capacità di attrazione delle imprese e delle istituzioni venete. Appare indispensabile creare e potenziare 'sportelli pubblici' in grado di dialogare con gli uffici comunitari per accompagnare le imprese a intercettare i bandi europei e va coinvolta la finanziaria regionale Veneto Sviluppo perchè investa nel cofinanziamento dei programmi che sono riusciti a superare l'esame della Commissione di Bruxelles. Senza una accorta regìa politica il Veneto rischia di perdere già in partenza la corsa al montepremi della grande lotteria delle risorse comunitarie''.

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