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Ostia, sigilli a porto turistico e stabilimenti: sequestro di beni per 450 milioni

27 luglio 2016 | 11.05
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(Fermo immagine dal video)
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I finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma stanno sequestrando il patrimonio aziendale e le quote societarie di 19 società – di cui 2 di diritto inglese – legate alla gestione del porto turistico di Roma e di alcuni lidi di Ostia, 531 unità immobiliari, disponibilità finanziarie e altri beni mobili per un valore complessivo di circa 450 milioni di euro.

Il Decreto di Sequestro è stato emesso dal Tribunale di Roma - Sezione Specializzata per le Misure di Prevenzione nei confronti del noto imprenditore romano Mauro Balino, coinvolto in passato in diverse indagini per associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, emissione di fatture false e riciclaggio, e risultato "contiguo ad ambienti malavitosi operanti sul litorale di Ostia e in costante collegamento con personaggi di notevole spessore criminale".

Il patrimonio è stato sequestrato a Mauro Balini, imprenditore di Ostia già noto alle cronache per essere stato coinvolto, nell'estate del 2015, in un'indagine per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e trasferimento fraudolento di valori (operazione denominata 'Portus Romae').

La misura di prevenzione giunge al termine di complesse indagini di polizia economico-finanziaria, basate anche sugli elementi acquisiti nel corso di altre investigazioni su fenomeni criminali che hanno interessato, nel recente passato, il litorale romano e la municipalità di Ostia. In particolare, nel corso dell'operazione 'Nuova Alba' condotta dalla Polizia di Stato sarebbero emerse, spiegano i finanzieri, "le connivenze del Balini con esponenti delle organizzazioni malavitose interessate al litorale di Ostia".

L'odierna operazione, denominata 'Ultima spiaggia', ha consentito di accertare come Balini, spiegano gli investigatori, sia "soggetto 'socialmente pericoloso' e titolare, direttamente e/o indirettamente, attraverso familiari conviventi e non, nonché 'prestanome', di una serie di cespiti di ingente valore, assolutamente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati". "Tale sproporzione, unita alla citata pericolosità sociale - proseguono i finanzieri - ha permesso di richiedere, ai sensi del 'Codice Antimafia', il sequestro finalizzato alla confisca dell'intero patrimonio al medesimo direttamente o indirettamente riconducibile".

Il sequestro riguarda un patrimonio aziendale e relativi beni di 12 società di capitali; un patrimonio aziendale e relativi beni di 2 società estere; una impresa individuale; quote societarie di 4 persone giuridiche; 531 unità immobiliari; 11 auto/motoveicoli; una imbarcazione; rapporti finanziari, per un valore complessivo di stima di circa 450 milioni di euro.

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