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Oxfam: "A Gaza una generazione perduta, disoccupati due giovani su tre" /Video

07 luglio 2015 | 17.20
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Oxfam:

Due giovani su tre, nella Striscia di Gaza, sono senza lavoro a un anno dall'inizio dell'operazione israeliana 'Protective Edge' e dal conflitto con Hamas costato la vita a duemila persone e che ha causato il ferimento di altre 11mila. Lo denuncia l'Oxfam che parla di un'intera generazione di giovani che rischia di non avere un futuro. La disoccupazione tra i giovani sotto i 24 anni è del 67,9%, una delle più alte mondo.

La crisi occupazionale colpisce anche i laureati, con il 40% che non riesce a trovare un'occupazione. Sono sempre di più i giovani che in cerca di un lavoro rischiano la vita, scavalcando le recinzioni al confine con Israele. In totale sono oltre 300mila i giovani che hanno bisogno di assistenza psicologica per riuscire a superare i traumi e le sofferenze causate dai ripetuti conflitti e dagli 8 anni di blocco israeliano, che limita la circolazione delle persone e delle merci, impedendo di fatto il processo di ricostruzione. L'economia della Striscia non riesce a ripartire e l'80% della popolazione dipende dagli aiuti internazionali per la propria sopravvivenza.

''E' incredibile che, a un anno dalla fine della guerra, ancora pochissimo sia stato fatto per sostenere la ripresa di Gaza - afferma Riccardo Sansone, responsabile per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia - Se si vuole raggiungere una pace stabile nella regione è necessario dare ai giovani la possibilità di immaginare un futuro migliore in cui possano studiare, realizzare i loro sogni, avere una famiglia e nutrire speranze per i propri figli. Sarà possibile costruire una pace duratura, in cui sia garantito il rispetto dei diritti umani, solo permettendo la ripresa economica della Striscia con la fine del blocco israeliano''.

Al ritmo attuale e se il blocco israeliano resterà in vigore ci vorranno più di 70 anni per ricostruire le abitazioni di cui la popolazione di Gaza ha bisogno. Sebbene alcuni edifici danneggiati siano stati riparati, nessuna delle oltre 19mila case andate completamente distrutte o gravemente danneggiate dai bombardamenti è stata ricostruita. In macerie restano anche venti scuole, oltre a ospedali, cliniche e altre infrastrutture essenziali per la vita della Striscia. Secondo l'Oxfam è perciò necessario che anche le diverse fazioni politiche palestinesi lavorino insieme per garantire la ripresa del processo di ricostruzione.

La politica di separazione tra Gaza e la Cisgiordania imposta da Israele ha avuto un impatto devastante sull'economia. Secondo la Banca Mondiale, il Pil di Gaza è crollato di 3,9 miliardi di dollari. Il numero di impiegati nel settore delle costruzioni è sceso di oltre il 50% dall'inizio del blocco. La produzione agricola è diminuita del 31% nell'ultimo anno. Dall'inizio del blocco nel 2007 gli stipendi sono scesi in media del 15% e nei settori della pesca e dell'agricoltura il calo arriva al 26%.

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