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Pa, sindacati: "Stipendi troppo bassi, i più competenti fuggono"

09 giugno 2022 | 17.27
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Barbara Casagrande di Unadis e Massimo Battaglia di Confsal Unsa all'Adnkronos denunciano la mancanza di attrattività della pubblica amministrazione tanto che fior di professionisti disertano i concorsi oppure una volta assunti rinunciano al posto fisso. Emblematico è il caso del Pnrr Giustizia

(Fotogramma)
(Fotogramma)

La pubblica amministrazione non attrae, gli stipendi sono troppo bassi, per giunta super tassati e, anche se sarebbe necessario un ricambio generazionale e di maggiori competenze, fior di professionisti, anche giovani, quali avvocati, ingegneri, architetti, tecnici informatici, ci pensano due volte prima di farsi arruolare nei ministeri o in altri enti, addirittura disertano i concorsi o dopo averli vinti rinunciano al famoso posto fisso, una tempo sinonimo di sicurezza. A segnalarlo all'Adnkronos sono i dirigenti statali di Unadis e la Confsal Unsa, Unione Nazionale Sindacati Autonomi, confermando le notizie sulla 'fuga' dalla Pa da parte di vincitori di concorsi e non solo, come è stato evidenziato giorni fa anche dal ministro Infrastrutture e Mobilità sostenibili Enrico Giovannini.

"Unadis sostiene da sempre che gli stipendi nella Pa sono bassi rispetto alle responsabilità che ci si assume ed iniqui rispetto al privato. Non è accettabile per un laureato abilitato, che accede per concorso, prenda 1.400 euro al mese" denuncia Barbara Casagrande, segretario generale Unadis (Unione Nazionale Dirigenti dello Stato).

"Occorre incrementare le retribuzioni minime, eliminare la giungla retributiva, per cui alcune amministrazioni sono più appetibili di altre a parità di lavoro e - aggiunge Casagrande - eliminare il tetto retributivo della dirigenza, che comprime verso il basso tutte le retribuzioni". I dirigenti di Unadis chiedono da tempo di "inserire nei Contratti Collettivi altri istituti, integrativi della retribuzione, come assicurazione, indennità di prima sistemazione, alloggio di servizio, strumentazione a disposizione come cellulare e Pc portatile".

Il fenomeno è ancora più evidente nelle assunzioni a tempo determinato, per l'attuazione del Pnrr. Emblematico è il caso del Pnrr Giustizia che, dopo aver arruolato tanti professionisti laureati e con il master, poi vanno via. "All'Ufficio del processo, ad esempio, a migliaia entrano e nel giro di qualche mese lasciano - riferisce Massimo Battaglia - anche perché non gli fanno fare il lavoro per il quale sono stati assunti ...magari sono stati arruolati per aiutare i magistrati a fare le sentenze e molti di loro, invece, sono stati messi a fare le fotocopie nelle cancellerie".

Inoltre, aggiunge Battaglia "molti giovani se ne vanno perché li fanno andare da una parte all'altra dell'Italia e con stipendi di 1.700 euro al mese non ti puoi mantenere in un'altra città, pagare gli affitti, oltre al fatto che non possono godere delle agevolazioni che ci sono nel privato (come l'assicurazione sanitaria, ecc)". "Il nuovo contratto delle Funzioni centrali prevede figure di elevata professionalità e, questo spero sarà il nuovo che avanza. La cultura del lavoro pubblico va cambiata".

Per il segretario Confsal Unsa il governo non solo dovrebbe provvedere ad aumentare gli stipendi ma agire anche sulla fiscalità. "Oggi si stanno prendendo gli arretrati dello stipendio di tre anni fa - spiega - che vanno dagli 800 ai 1.200 euro (per tre anni) ma oltre a non calcolare gli interessi che sarebbero doverosi queste cifre sono anche tassate...se non si abbassano le tasse sul lavoro - rimarca - c'è poco da fare".

(di Cristina Armeni)

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