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Padoan: "L'Europa è di fronte a un bivio, deve saltare sul sentiero della crescita"

29 settembre 2014 | 14.35
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Il ministro dell'Economia intervenendo alla conferenza interparlamentare sul Fiscal Compact alla Camera: "L'Europa è di fronte a un bivio". E sottolinea: "Le pressioni per il rispetto delle regole siano uguali per tutti". Poi ha ricordato: "L'Italia ha fatto uno sforzo molto intenso di aggiustamento fiscale"

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan (Infophoto) - INFOPHOTO
Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan (Infophoto) - INFOPHOTO

"Negli ultimi mesi più o meno tutte le istituzioni e analisti hanno ripiegato su se stessi su stime di crescita che si sono rivelate eccessivamente ottimistiche", ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, parlando di "continui rinvii della crescita che suggeriscono un rinvio nel tempo della crescita".

L'Europa si trova ''di fronte a un bivio''. Per superare la crisi deve ''saltare sul nuovo sentiero di crescita'', ha sottolineato il ministro, intervenendo alla conferenza interparlamentare sul Fiscal Compact alla Camera. Per la crescita serve "l'utilizzo degli spazi di bilancio", ha continuato.

"Le pressioni per l'aggiustamento sui paesi in deficit sono più forti rispetto a chi è in surplus, ma in una visione di sistema le pressioni dovrebbero essere più simmetriche e questo è riconosciuto nel Sixt Pack Ue", ha dichiarato il ministro dell'Economia, sottolineando che "esiste una asimmetria" da colmare.

Sul fronte dell'uso dei margini di bilancio per la crescita, Padoan ha poi osservato che "è idea condivisa da tutti che ci sono spazi nei bilanci che permettono di sfruttare questi spazi per la domanda e che c'è anche una politica di bilancio favorevole alla crescita ed è necessario davanti all'esigenza di tagliare le spese e non aumentare le imposte avere in mente una composizione dei bilanci che a parità di saldi dia crescita con un approccio qualitativo a politica di bilancio".

"La nuova parola d'ordine in Ue è policy mix, non più solo austerità", ha detto Padoan, sottolineando che serve "un uso migliore possibile degli strumenti che abbiamo a disposizione".

"Le riforme strutturali sono la vera sfida per l'Europa e sicuramente per il nostro Paese", ha ribadito.

Il fiscal compact, ha ricordato, ''è stato concepito in un contesto nel quale il quadro economico era più favorevole di quello attuale e di conseguenza andrebbe tenuto conto della differenza del quadro macroeconomico''. Serve uno strumento ''più potente e più orientato alla crescita'', ha sostenuto.

"L'Italia ha fatto uno sforzo molto intenso di aggiustamento fiscale e contribuito alla sostenibilità della finanza pubblica", ha affermato il ministro. L'Ue "per riprendersi dallo choc della crisi" ha messo "rapidamente in equilibrio la finanza pubblica e questo ha portato anche al Fiscal compact". In generale Padoan aveva precedentemente osservato che " alcune cause della crisi non sono state ben comprese" e che "i problemi che abbiamo di fronte sono più profondi di un semplice andamento ciclico".

Abbiamo davanti "una combinazione molto preoccupante fatta di bassa crescita, scarsi investimenti, alta disoccupazione, bassa o nulla inflazione in un contesto in cui il debito rimane elevato", ha detto il ministro dell'Economia, ribadendo che "non ci sono scorciatoie per la crescita".

L'Europa oggi si trova in una situazione di ''semi stagnazione'' e inflazione ''decisamente troppo bassa''. In questo contesto ''tutte le manovre sono più difficili ma noi cercheremo di perseguirle''. ''Il quadro macro economico va reso meno stringente'', ha osservato.

"La Bce ha messo in campo misure innovative" ma serve anche un "attivo impegno dei mercati bancari e finanziari", ha sottolineato. Sul fronte della liquidità e del credito, "le autorità monetarie in Ue e altrove hanno imboccato una strada importante, altamente innovativa, ma la liquidità da sola non basta. L'azione sulla liquidità va accompagnata da un rafforzamento dei mercati finanziari e da una capacità di trasmissione della politica monetaria".

D'altra parte, osserva, "la crisi che ancora ci affligge è nata nei mercati e uscire definitivamente dalla crisi richiede di riparare i sistemi finanziari e di metterli in condizione di intermediare. Cose ovvie che richiedono uno sforzo coordinato" e su questo "l'Ue è chiamata a fare sforzi importanti".

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