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Padoan: "Non ci sono alternative, dobbiamo tornare a crescere"

23 marzo 2014 | 10.01
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Padoan:

Cernobbio (Co), 22 mar. - (Adnkronos/Ign) - "Non abbiamo alternative: dobbiamo riguadagnare competitività, riprendere a crescere a un ritmo sostenuto e sostenibile. Creare buona occupazione, senza mettere a repentaglio la stabilità della finanza pubblica". E' quanto sostiene il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Che precisa: "la stabilità di bilancio è condizione indispensabile per permettere lo sviluppo futuro del paese. Non c'è scelta per i paesi ad alto debito come l'Italia".

Padoan, che interviene a conclusione dei lavori del Forum di Confcommercio di Cernobbio, fa il quadro della situazione: il tasso di disoccupazione "rimane molto elevato e, come è noto, il fenomeno colpisce soprattutto i giovani e i residenti nelle regioni centro meridionali. In tale contesto non si può ignorare il rischio crescete del disagio sociale".

In Italia la quota delle persone a rischio di povertà o di esclusione è aumentata del 25,3% nel 2008 a quasi il 30% del 2012. A fronte di una media europea sotto il 25%", ricorda il ministro. La crisi, dunque, "ha reso ancora più evidenti e palesi le difficoltà di un modello competitivo come il nostro che ha basi di natura strutturali. Non a caso anche prima della crisi il tasso di crescita dell'economia italiana era di circa la metà di quello medio europeo. La fase che stiamo vivendo è delicata". C'è una "ripresa della domanda estera, ma in un contesto in cui quella interna resta molto debole. Si è interrotta dal terzo trimestre 2013 la caduta del Pil, ma il quadro congiunturale resta fragile ed esposto a molti rischi".

Dunque, secondo il ministro"è necessario combinare misure di intervento immediato con misure strutturali". In particolare, il ministro evidenzia che tutto ciò richiede "un orizzonte temporale di medio periodo. Diversamente non ha senso". Inoltre, il finanziamento di queste misure "deve essere fuori discussione e sostenibile, altrimenti misure prese oggi che non sono credibilmente finanziate non solo sono sprecate, ma sono politiche che danneggiano la credibilità".

"Realizzare compiutamente le riforme strutturali, senza far venir meno il sostegno alla ripresa - specifica- ci consentirà di proseguire nel percorso di consolidamento fiscale e di avviare un confronto costruttivo con i partner europei, anche nel contesto della nostra presidenza dell'Unione, che comincia da qualche mese". E "vorrei rassicurare il presidente Maroni - dice ancora - che il problema del patto di stabilità interno, le distorsioni e i paradossi secondo cui ci sono soldi che non si possono spendere e altrove non ci sono soldi ma si potrebbero spendere, queste distorsioni sono all'attento esame del Governo".

Parlando di riforme istituzionali, Padoan dice che queste "sono parte essenziale delle riforme strutturali". E "cambiare le istituzioni - spiega - ha ovviamente un impatto sull'economia di una società".

Altro capitolo dell'intervento la spending review , che, secondo il ministro, "non è una operazione punitiva, ma una aggressione alle inefficienze pubbliche". Alla fine Padoan annuncia che "il governo intende procedere e accelerare il programma di privatizzazioni dell'esecutivo precedente. Ed è in questo senso in via di definizione un nuovo piano di privatizzazioni. L'obiettivo è quello di accrescere l'efficienza delle imprese privatizzate e, ovviamente, ridurre in modo consistente il debito pubblico". Il governo, aggiunge, "guarda inoltre con favore a concrete ipotesi di dismissione di partecipazioni che potranno essere realizzate da società controllate, come le Ferrovie dello Stato e Cassa Depositi, con riferimento all'apertura al capitale privato di Fincantieri".

NON SARÒ IL 'SIGNOR NO' - "Il ministro dell'Economia in Italia è tradizionalmente il 'signor no'. Io sto imparando il mestiere. Anche a spingere i bottoni spero. Ma ritengo - dichiara al termine del discorso Padoan - che il vocabolario dl ministro debba essere più ampio di questa singola parola".

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