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Padre Zanotelli: "In piazza a Roma solo con bandiere di pace, vengano anche preti e suore"

15 ottobre 2022 | 15.29
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Il missionario pacifista sarà alla manifestazione del 5 novembre , "fondamentale una pressione popolare"

Padre Alex Zanotelli
Padre Alex Zanotelli

Padre Alex Zanotelli, missionario pacifista, sarà alla manifestazione nazionale per la pace -alla quale hanno aderito oltre seicento associazioni - indetta per il 5 novembre a Roma per chiedere la pace in Ucraina e invita religiosi e religiose a fare altrettanto. "E’ fondamentale una manifestazione popolare senza bandiere di partito, in piazza solo con le bandiere della pace. Devono scendere in piazza anche i religiosi e le religiose", dice in una intervista all’Adnkronos il missionario pacifista che dietro le quinte si è speso parecchio per suggerire una manifestazione che raccogliesse le varie anime della società fuori da ogni strumentalizzazione. Il missionario aderirà con ‘Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti’ che organizza da anni sit in e digiuni per va protestare contro le politiche razziste.

"Ho molto criticato - dice Zanotelli - tutte quelle manifestazioni con le grandi bandierine, soprattutto dei partiti. E’ assurdo: la politica deve prendere le decisioni in Parlamento.Fondamentale invece che ci si trovi tutti insieme in piazza come grande movimento popolare per dire no all’assurdità della situazione nella quale ci siamo cacciati. Siamo sull’orlo del baratro, rischiamo un inverno nucleare, la sopravvivenza dell’umanità. Ci vuole una manifestazione davvero popolare senza bandiere, solo bandiere della pace".

Padre Zanotelli da’ anche voce alla sofferenza per la "lentezza" con cui i movimenti pacifisti si sono mossi davanti all’escalation della guerra: "Mi chiedo il perché di questa lentezza, sono rimasto ferito da tutto questo perché -cito solo quello che è stato contro la guerra in Iraq -eravamo un milione di persone a Roma nel 2003 a sfidare questa guerra tanto che il New York Times disse che nelle piazze era scesa una potenza mondiale . E fondamentale che la gente si esprima, anche la Chiesa. Con un papa così chiaro che ha detto che oggi con le armi nucleari si è data alla guerra una tale potenza che non si può più parlare di guerra giusta . Invece è come se si fossero addormentati tutti".

Padre Zanotelli, autentico uomo di pace, trova però contraddittorio invocare la pace e continuare a inviare armi: "Questo è uno dei nodi centrali perché continuare a mandare le armi vuole dire continuare a buttare benzina sul fuoco, non c’è dubbio su questo. Mentre lo sforzo di tutti dovrebbe essere quello di portare tutti attorno ad un tavolo, e per tutti non intendo solo Putin e Zelensky ma anche Biden e la Nato perché sono tutti coinvolti . Inutile prendersi in giro". Da qui il suo appello pressante per una "mobilitazione popolare, non solo in Italia ma anche in Europa perché la pagheremo noi . Non capisco la politica europea che non capisce che pagheremo noi in modo incredibile. La gente dovrebbe scattare su questo, serve una enorme pressione popolare".

Il missionario comboniano si rivolge anche agli uomini e alle donne di Chiesa. Anche loro, dice, devono scendere in piazza per la pace. Ieri i Frati di Assisi hanno fatto sapere che appoggiano la manifestazione del 5 novembre ma che non andranno perché non rientra nel loro "ruolo". "I religiosi e le religiose - dice padre Zanotelli - devono essere loro per primi per strada, partecipare. Il fatto è che la sensibilità di papa Francesco non è ancora passata nelle comunità cristiane. Il Papa è stato di di una tale chiarezza con l’appello a Putin e a Zelensky, all’Angelus di qualche settimana fa; è stato anche concreto aggiungendo che nella trattativa per la pace occorrerà salvaguardare i diritti della minoranza russofona . Non si dovranno armare le frontiere. A volte mi arrabbio con le comunità cristiane perché più che un Papa abbiamo un profeta che sta camminando col Vangelo in mano eppure tutto ciò non sta passando nelle comunità".

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