Ucciso dal piombo di cosa nostra per aver detto no al pizzo. Alla cerimonia hanno preso parte autorità cittadine e nazionali ma pochi cittadini
La vernice rossa spruzzata sul marciapiede e le corone del Comune e del presidente della Regione siciliana appoggiate al muro. E' stato ricordato così a Palermo, nel 23esimo anniversario della sua uccisione, l'imprenditore Libero Grassi, ucciso dal piombo di Cosa nostra per aver detto no al pizzo.
La figlia Alice, come fa ormai da anni, ha sistemato sul muro di via Alfieri, luogo dell'eccidio, un manifesto bianco, scritto a mano, su cui si legge: "Il 29 agosto del 1991. Qui è stato assassinato Libero Grassi, imprenditore, uomo coraggioso, ucciso dalla mafia, dall'omertà dell'associazione degli industriali, dall'indifferenza dei partiti, dall'assenza dello Stato".
Sul quel marciapiede, alle 7.30 di ventitrè anni fa, il padre venne ammazzato a colpi di pistola dai sicari di Cosa nostra. Insieme a lei il fratello Davide e la madre, Pina Maisano, vedova dell'imprenditore.
Alla sobria cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il presidente del Senato, Pietro Grasso, il viceministro dell'Interno, Filippo Bubbico, il numero due degli industriali siciliani, Giuseppe Catanzaro, il presidente onorario della Fai (Federazione delle associazioni antiracket ed antiusura italiane), Tano Grasso, il commissario antiracket Santi Giuffrè, il reggente della Procura di Palermo, Leonardo Agueci.
E ancora il prefetto del capoluogo siciliano, Francesca Cannizzo, e il questore Maria Rosaria Maiorino. In rappresentanza del Comune c'era l'assessore alle Attività produttive, Giovanna Marano, mentre a rappresentare la Regione l'assessore al Bilancio, Roberto Agnello.
In via Alfieri anche i rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell'ordine e i ragazzi di Addipizzo che indossavano la maglietta dell'associazione e con cui il presidente del Senato ha voluto fare una foto. "Questo è il nostro futuro" ha detto. Ma i grandi assenti alla commemorazione in via Alfieri sono stati proprio i palermitani, poche decine si sono radunate davanti al marciapiedi. Alla fine della cerimonia un lungo applauso ha salutato la vedova Grassi e i figli.