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Paola Minaccioni: "Riaprire sale teatro e cinema, situazione grave, ingiusta e fuori di testa"

02 febbraio 2021 | 15.40
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Paola Minaccioni - (Gianmarco Chieregato)
Paola Minaccioni - (Gianmarco Chieregato)

I teatri sono chiusi da "troppo tempo" e il cinema, pur avendo resistito, ha bisogno che le sale tornino in funzione. Sono luoghi "sicuri, almeno quanto i supermercati. Non si può pensare di andare tutti online e neppure di continuare a tenere tutto chiuso dopo le 22. Un comparto con un grande indotto sta pagando da un anno le spese delle misure restrittive. E anche l’insieme dei cittadini ha bisogno di ritrovare speranza e fiducia. Bisogna riaprire le sale, riattivare il teatro nel modo ora possibile ed impegnarsi al massimo per trovare le modalità per farlo. Un anno è davvero troppo e la situazione è gravissima". Paola Minaccioni, nota attrice sia di teatro che di cinema, condivide con l’Adnkronos la sua riflessione sullo stato dell’arte. "La discussione che è stata fatta mesi fa adesso deve essere riaccesa – scandisce - perché prima era una cosa totalmente ingiusta, adesso è fuori di testa e tra l’altro, confrontandoci con i paesi del resto d’Europa, penso che occorra fare uno sforzo, al di là di quanto possa essere complicato", afferma con forza mentre la Spagna riapre i teatri.

"Il sacrificio del mondo dello spettacolo è durato un anno, lo abbiamo fatto tutti rispettando le regole, perché era giusto così, ma ora basta - sottolinea l’attrice che è anche una delle socie fondatrici di Unita (Unione interpreti e attori italiani) - E’ chiaro che far circolare adesso una compagnia teatrale comporta anche tutte le spese enormi che ora si devono affrontare per stare dentro i protocolli di sicurezza, ma ora bisogna riaprire comunque i teatri perché sono per giunta anche luoghi assolutamente sicuri e necessari. E servono sia per l’economia che per il Paese dal punto di vista culturale ma anche psicologico. Non si sta considerando il livello di stress, di depressione, di tensione che c’è in giro. Le persone hanno bisogno di pensare che c’è uno spiraglio. Anche per questo bisogna farlo magari con accorgimenti specifici per la situazione attuale. Ora bisognerebbe proprio finanziare testi che rappresentino quello che stiamo vivendo e portarli in scena".

"Dire è tutto chiuso dalle 22 a me è sembrato più che altro un sistema per dire ‘limitiamo i danni’. Ma in questo modo i danni – ribadisce Paola Minaccioni - ricadono tutti sul comparto spettacolo che vive tutto di sera. Sono state fatte delle differenze di orario! Questo è il punto. Certo – dice – io capisco la difficoltà di gestione, ma non si può chiudere tutto dalle 22 fino al mattino e per tutto questo tempo. Adesso è troppo! Le misure prese hanno pesato su tutto il comparto che è fatto di tecnici, maestranze, aziende che lavorano per l’installazione, che producono le scenografie e i costumi, tutti i settori del turismo perché lo spettacolo muove anche il turismo e poi di tutti i ristoranti che fanno il dopo teatro. Insomma noi siamo un pezzo di una catena economica importantissima, oltre al fatto che è evidente come, a livello sociale e psicologico, c’è bisogno di speranza, c’è bisogno di teatro".

"Meno male che il cinema non si è fermato. Ora i contenuti sono richiestissimi. Il cinema – rileva l’attrice - ha resistito. Noi ci siamo adattati a tutte le situazioni anche improbabili: non è stato facile per i truccatori e i parrucchieri lavorare con mascherine e protezioni varie e neppure per noi attori, soprattutto se per esigenze di scena era necessario portare un certo tipo di trucco. Uno sforzo fatto con tanto amore e tanta gioia perché tutti volevamo tornare a lavorare. Ma non certo facile. Anche sul fronte del cinema poi c’è il problema delle sale. Bisogna riaprirle, tanto più che i cinema sono ancora più sicuri dei teatri. Non può succedere più di quello che succede ad una persona per strada o al supermercato o in qualsiasi altro negozio. E mentre un anno fa le persone potevano essere spaventate all’idea di entrare in sala, adesso secondo me non vedono l’ora".

Insomma Paola Minaccioni è certa che non ci sia più altro tempo da perdere per salvare un mondo che è in difficoltà estrema da un anno e di cui anche i fruitori hanno bisogno. "Noi crediamo nelle Istituzioni e dobbiamo riuscire di nuovo a parlare di questa priorità con loro. Come Unita stiamo cercando di ottenere delle risposte. Il direttivo, formato da 50 attori professionisti, si dedica giorno e notte a questa cosa. Dopo la pandemia- sottolinea l’attrice, ponendo l’accento su un aspetto positivo - è risorta la nostra coscienza professionale e di categoria. E quindi noi non staremo a guardare, vogliamo fare la nostra parte non solo come attori ma anche come cittadini che hanno una responsabilità. Il nostro lavoro è un lavoro politico anche semplicemente quando interpretiamo dei ruoli nei film".

(di Veronica Marino)

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